Nuove accuse antitrust a Google dal Dipartimento di Giustizia USA

Già questo mese il colosso tech subirà un’indagine, anche se gli avvocati avevano chiesto più tempo per preparare meglio il caso

Nuove accuse antitrust a Google dal Dipartimento di Giustizia USA
2' di lettura

Google, società controllata da Alphabet Inc (NASDAQ:GOOGL) (NASDAQ:GOOG), già questo mese potrebbe affrontare un’indagine antitrust avviata dal Dipartimento di Giustizia, secondo quanto riportato giovedì dal New York Times.

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Cosa è successo Secondo il Times, il procuratore generale William Barr ha respinto le sollecitazioni degli avvocati di carriera, che avevano chiesto più tempo per presentare un caso forte contro il colosso della ricerca e della pubblicità.

Da quanto emerge, i quasi 40 avvocati coinvolti nell’indagine antitrust contro Google si sono opposti alla scadenza di fine settembre fissata da Barr.

Si dice che nel team legale ci sia disaccordo sulla portata del reclamo e sui passi che Google potrebbe intraprendere per affrontare le questioni scoperte dal governo.

Un gruppo di 50 stati e territori sostiene l’azione antitrust contro la società guidata da Sundar Pichai.

Ad ogni modo, sebbene vi sia ampio accordo bipartisan sulla questione, si dice che i Democratici intendano muoversi lentamente sul caso in modo che possa essere portato all’attenzione di una futura amministrazione Biden, con i Democratici che accusano i Repubblicani di voler affrettare le cose sotto Trump, ha osservato il Times.

Barr ha affidato l’indagine su Google a Jeffrey A. Rosen, vice procuratore generale che è stato il principale consulente legale di Netscape Communications quando nel 2002 intentò una causa antitrust contro Microsoft Corporation (NASDAQ:MSFT), secondo il Times.

Perché è importante Alphabet è emerso come un gigante che abbraccia i settori della ricerca, dello streaming video, della pubblicità e molte altre aree.

Secondo il Times, l’azienda controlla il 90% delle ricerche web a livello globale e per ogni dollaro speso in pubblicità online ne guadagna quasi un terzo.

Alla fine di luglio gli ad di Alphabet, Facebook Inc (NASDAQ:FB), Amazon.com, Inc (NASDAQ:AMZN) e Apple Inc (NASDAQ:AAPL) hanno dovuto rispondere a delle domande durante un’audizione antitrust al Congresso e hanno perorato i loro casi, sostenendo che le proprie aziende non operano come monopoli.

“Proprio come altre aziende cerchiamo di comprendere le tendenze dai dati che possiamo osservare, e li usiamo per migliorare il nostro prodotto per i nostri utenti”, ha detto Pichai.

Movimento dei prezzi Giovedì le azioni di Classe A di Alphabet hanno chiuso in ribasso di quasi il 5,1%, a 1.629,51 dollari e nell’after-market sono poi scese di un altro 0,6%, mentre le azioni di Classe C hanno chiuso in calo del 5%, a 1.641,84 dollari, per poi scendere nella sessione after-hours di un altro 0,9%.