Con Mario Draghi premier la voce dell’Europa è più forte nel mondo

2' di lettura

La presidenza del G20 può essere l’occasione di lanciare il modello del Next Generation EU come nuovo standard globale di politiche fiscali per la crescita, come ha fatto nel 2014 da capo della Bce

Ricevi una notifica con le ultime notizie, i nostri articoli e altro ancora!

Prendiamo a prestito il titolo di un commento su FinanciaLounge di BlueBay, secondo cui con Draghi la voce dell’Italia sarà più forte in Europa, per spingerci oltre e prevedere che grazie all’arrivo del salvatore dell’euro alla guida del governo di Roma la voce dell’Europa sarà più forte nel mondo. Insieme a Palazzo Chigi, infatti, Mario Draghi eredita anche la presidenza del G20, assegnata all’Italia nel 2021 e che avrà il momento culminante nel summit in calendario a Roma per il 31 ottobre prossimo. Per Draghi potrebbe essere l’occasione di replicare la svolta storica che impresse alle politiche monetarie globali al simposio dei banchieri centrali di Jackson Hole, Wyoming, USA, nell’agosto del 2014, che di fatto segnò l’abbandono del vecchio “Washington Standard” definito alla fine degli anni 80 del secolo scorso e imperniato sulla disciplina fiscale e il rigore monetario, per adottare un nuovo standard, noto appunto come il Jackson Hole Standard, che mette invece al centro il sostegno all’occupazione e alla domanda.

QUANDO LA BUNDESBANK VOTAVA CONTRO

Facciamo un passo indietro, lasciando per ora sullo sfondo la composizione più o meno tecnica del nuovo governo italiano e il cammino più o meno accidentato del Recovery Plan e delle riforme che l’Europa chiede a Roma, e torniamo indietro al “whatever it takes” lanciato da Draghi appena arrivato alla guida della BCE in piena crisi del debito sovrano nel luglio del 2012, parlando guarda caso a Londra alla Global Investment Conference e non dall’Eurotower di Francoforte. In quell’occasione passata alla Storia, mentre gli spread del debito di Spagna, Portogallo, Italia, Grecia e Cipro erano fuori controllo, Draghi annunciò le “outright monetary transactions“, vale a dire acquisti di titoli di Stato diretti a prevenire divergenze tra i rendimenti dei titoli di Stato emessi da Stati membri dell’euro. Qualche giorno dopo fece approvare le OTM dal direttivo della Bce, con il voto contro della Bundesbank, fissando l’inizio di settembre per la partenza del programma…

Continua la lettura

Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.