Perché i tassi Usa hanno fatto male soprattutto ai mercati emergenti

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Gli esperti di Euromobiliare SGR sottolineano che la tensione sui Treasury ha innescato una rotazione settoriale e geografica che ha favorito Europa e Giappone, insieme ai settori della finanza e dell’energia

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La tensione sulla parte lunga della curva dei tassi americani dell’ultima settimana di febbraio ha messo in luce la vulnerabilità di una asset class guardata con favore da molti investitori ai movimenti dei rendimenti americani e del dollaro, quella del debito dei Mercati Emergenti e dell’azionario. La violenta accelerazione del trend di salita dei rendimenti governativi decennali americani, che si è poi allentata ai primi giorni di marzo, ha investito anche le altre aree geografiche, ma soprattutto il debito in valuta forte dei Paesi Emergenti e l’azionario. A fronte di una perdita del Treasury decennale dell’1,0% i bond emergenti in dollari e l’azionario hanno infatti lasciato sul terreno rispettivamente il 2,0% ed il 5,7%.

PENALIZZATI GOVERNATIVI E INVESTMENT GRADE

Gli esperti di Euromobiliare SGR sottolineano che il movimento sui tassi Usa ha coinvolto scadenze intermedie e lunghe con un’intensità, guidata della componente reale, tale da creare una certa instabilità anche nel credito e nell’azionario, che come da manuale ha penalizzato maggiormente gli asset finanziari dell’area emergente. Febbraio ha chiuso con un bilancio molto penalizzante per la duration in tutte le sue declinazioni: dagli obbligazionari governativi all’Investment Grade, in pesante calo per il secondo mese consecutivo, mentre nonostante le perdite dell’ultima settimana sono stati positivi i ritorni dell’azionario globale che ha messo a segno un +2,7%…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.