Inflazione Usa: cosa c’è dietro l’aumento e quanto durerà

1' di lettura

Il team Global Balanced Risk Control di Morgan Stanley IM ritiene possibile che l’inflazione rimanga sostenuta per qualche tempo e che i tassi aumentino prima di quanto preveda la Fed, ma escludono un aumento incontrollato dei prezzi

Ricevi una notifica con le ultime notizie, i nostri articoli e altro ancora!

Mercati e investitori continuano a chiedersi se l’inflazione statunitense sia una realtà destinata a perdurare o una situazione transitoria. In parte è dovuta all’effetto base, e a sostenerla è anche la rapidità con cui si sta colmando l’output gap post-pandemia. L’economia non è ancora tornata a pieno regime, e per attirare lavoratori potrebbe essere necessario un aumento dei salari, che a sua volta potrebbe contribuire ad alimentarla. La Federal Reserve sembra ritenere l’impennata dell’inflazione un evento transitorio e, poiché si concentra sulle dinamiche di lungo termine, ha fatto il possibile per calmare i mercati, ma prima o poi presumibilmente dovrà iniziare a ridimensionare il proprio intervento, e a lungo andare sarà costretta ad aumentare i tassi.

POSSIBILE VOLATILITÀ AZIONARIA

Andrew Harmstone e Manfred Hui, responsabili del team Global Balanced Risk Control (GBaR) di Morgan Stanley Investment Management, affermano che nel loro scenario di base l’inflazione resterà per qualche tempo sopra il 2% e i tassi aumenteranno prima di quanto non preveda la Fed, escludendo però un’inflazione fuori controllo. Inoltre, anche una robusta crescita senza effetti inflazionistici è in grado di esercitare pressione sui rendimenti reali, e un loro aumento significativo potrebbe comportare volatilità sul fronte azionario che, date le attuali valutazioni elevate, si presenta vulnerabile…

Continua la lettura

Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.