Jenny Zeng di AllianceBernstein sottolinea che alcune aziende erano già preparate e quelle che si allineano saranno favorite, con margini forse ridotti ma flussi di cassa più stabili
La stretta regolatoria di Pechino sulle aziende dell’istruzione e della tecnologia ha causato un’ondata di vendite, partita dall’azionario e estesa ai mercati offshore del credito e valutari. Le preoccupazioni degli sono comprensibili, ma Jenny Zeng, Co-Head of Asia Pacific Fixed Income di AllianceBernstein, vede uno spiraglio di luce in un contesto difficile. In primo luogo, perché le società cinesi più attenti ai segnali del governo erano pronte da tempo, e poi perché le aziende che li seguono e si allineano agli obiettivi statali saranno probabilmente favorite da un contesto più rigoroso e attendibile, che si tradurrà in margini ridotti ma in flussi di cassa più stabili, creando un contesto favorevole per investire nel credito cinese.
POLITICHE NON DIVERSE DA USA E EUROPA
La nuova regolamentazione dell’istruzione privata cinese, che ha vietato lo scopo di lucro nei servizi di tutoring, ha fatto seguito al giro di vite in ambiti, soprattutto verso le aziende di settori a crescita elevata come l’e-commerce, il food delivery e il ride hailing, che avevano avuto grande successo grazie al lassismo normativo, al progresso tecnologico, ai cambiamenti di stile di vita e all’evoluzione demografica, prendendo il sopravvento su settori più tradizionali immobiliare, servizi finanziari e infrastrutture. L’esperta di AllianceBernstein ammette che gli investitori potrebbero restare sorpresi dalla velocità e dall’intransigenza cinesi, ma aggiunge che le preoccupazioni delle autorità non sono una caratteristica solo della Cina, ma molto simili a quelle di politici e regolatori in USA e in Europa…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.