Listini europei nervosi tra crisi afgana, stretta tech cinesi e timori inflazionistici

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Joe Biden rimarca la scelta di ritirare le truppe Usa in Afganistan, la creazione di uno stato sotto la guida dei talebani non rassicura i mercati che restano in rosso

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Apertura negativa per il secondo giorno consecutivo in Europa dove i principali indici registrano diversi cali: il Fse Mib scende attorno a -0,6%, come il Cac40 di Parigi, a seguire il Dax di Francoforte (-0,5%). La perdita più profonda si legge nell’Ibex35 di Madrid che sfiora un calo di quasi mezzo punto percentuale. Le tensioni sono dovute alla crisi in Afganistan che ha generato molta incertezza anche nel mercato delle materie prime: i talebani sono ora più vicini ai giacimenti petroliferi, preoccupazione che ha portato al calo del prezzo del petrolio: Wti scambia a 66 dollari al barile, il Brent a 68. Asiatici in rosso con Tokyo, su cui pesa la diffusione del ceppo Delta del Covid 19,  che archivia la seduta a -0,3%.  Hong Kong viaggia con un calo di quasi il 2% appesantito dalla stretta della Cina sui titoli tech.

CRISI AFGANA

La presa di Kabul da parte dei talebani che hanno proclamato la nascita di un nuovo stato islamico è arrivata dopo il ritiro delle truppe da parte di Joe Biden. Dura la reazione della cancelliera tedesca Merkel: “La crisi afgana è una sconfitta per l’occidente”. Intanto il leader Amir Khan Muttaqi è nella capitale Afgana per avviare interlocuzioni con altri esponenti politici per la creazione del governo che lui stesso ha definito “inclusivo”…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.