Valuta afgana a nuovi minimi, Talebani proseguono conquista

Ecco tutto quel che devono sapere gli investitori

Valuta afgana a nuovi minimi, Talebani proseguono conquista
2' di lettura

Mercoledì la valuta dell’Afghanistan è scesa ai livelli più bassi di tutti i tempi mentre i talebani proseguono la loro spinta per ottenere il controllo completo del Paese.

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Cosa è successo

Martedì l’Afghani è sceso del 4,6% e veniva scambiato a un minimo di 86,0625 per dollaro; mercoledì l’Afghani scambiava a 79,9358 per dollaro.

Perché è importante

Venerdì gli Stati Uniti hanno comunicato alla banca centrale afgana che questa non avrebbe più ricevuto spedizioni di dollari, una decisione che ha fortemente limitato la capacità della banca centrale di fornire valuta e che ha anche scatenato il panico tra i cittadini afgani.

“La valuta è salita da uno stabile 81 a quasi 100, per poi tornare a 86”, ha dichiarato su Twitter il governatore della banca centrale afghana Ajmal Ahmady; “sabato ho tenuto riunioni per rassicurare banche e cambiavalute per calmarli”.

Martedì il presidente USA Joe Biden ha congelato miliardi di dollari di riserve valutarie afgane detenute nelle banche statunitensi per impedire ai talebani di accedere ai fondi; mercoledì Ahmady ha chiarito che le riserve internazionali dichiarate dall’Afghanistan, pari a 9,4 miliardi di dollari, non sono mai state compromesse.

Secondo quanto riferito, le turbolenze in Afghanistan si sono estese anche ai mercati finanziari del vicino Pakistan: lunedì le obbligazioni sovrane pachistane in dollari con scadenza nel 2031 sono scese di 1,8 centesimi, il loro maggior ribasso giornaliero da quando ne è stato fissato il prezzo a marzo.

Il caos in Afghanistan potrebbe anche aver contribuito a un forte sell-off dell’SPDR S&P 500 ETF Trust (NYSE:SPY) nella giornata di martedì; George Ball, presidente di Sanders Morris Harris, martedì ha dichiarato che la volatilità è probabilmente solo uno sconvolgimento temporaneo piuttosto che l’inizio di una nuova tendenza al ribasso.

“Il calo del mercato azionario di martedì è il capriccio di alcuni trader e niente di più; il movimento è una reazione esagerata di un giorno ad alcuni dati deludenti sulle vendite al dettaglio e alle continue tensioni geopolitiche in Afghanistan”, ha affermato Ball.

Il punto di vista di Benzinga

Mercoledì l’S&P 500 si è stabilizzato, suggerendo che il potenziale crollo dell’Afghani non rappresenta un rischio diretto per l’economia statunitense; è anzi probabile che nel breve termine le tensioni geopolitiche rafforzeranno il dollaro USA, mentre gli investitori potrebbero osservare una certa volatilità nei prezzi del petrolio a causa delle turbolenze in Medio Oriente.

Foto: una banconota afgana. Foto di Doctor Z. via Wikimedia.