Autorità religiosa indonesiana vieta le cripto ai musulmani

Secondo Asrorun Niam Sholeh, capo dei decreti religiosi, Bitcoin e le altre valute digitali presentano incertezza, scommesse e danni

Autorità religiosa indonesiana vieta le cripto ai musulmani
1' di lettura

I leader religiosi indonesiani hanno dichiarato le criptovalute come Bitcoin (CRYPTO:BTC) vietate ai musulmani.

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Cosa è successo

Il Consiglio religioso nazionale indonesiano ha stabilito che Bitcoin e le altre criptovalute sono haram, il che significa che sono vietate ai musulmani, secondo un report pubblicato giovedì da Bloomberg; dopo un’audizione di esperti tenutasi giovedì, il capo dei decreti religiosi, Asrorun Niam Sholeh, ha affermato che il Consiglio ha vietato le criptovalute perché sono caratterizzate dall’incertezza, dalla possibilità di fare scommesse e producono un danno.

Il divieto non è però così netto come potrebbe sembrare a prima vista: Sholeh, infatti, ha aggiunto che se una criptovaluta rispetta i principi della Sharia e presenta un chiaro vantaggio, il trading è consentito. Bloomberg ha osservato che il Consiglio è l’autorità per il rispetto della Sharia nel Paese con la maggior popolazione musulmana al mondo, e il ministero delle finanze locale e la Banca centrale dell’Indonesia lo consultano su questioni finanziarie.

Sebbene la decisione non implichi che si fermerà tutto il trading di criptovalute in Indonesia, il decreto potrebbe spingere i musulmani locali a evitare di investire in criptovalute e dissuadere le istituzioni locali dall’emettere i propri token.

Foto di Mufid Majnun su Unsplash