L’azionario è sempre la prima scelta grazie all’investimento tematico

L’azionario è sempre la prima scelta grazie all’investimento tematico
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Tra i settori preferiti ci sono le auto elettriche in Cina e in Europa meno old economy e più tech. Trainano anche i criteri Esg che comportano valutazioni di impatto sociale e ambientale

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A fine ottobre si è registrata un’impennata dei tassi a breve e un appiattimento ribassista della curva dei rendimenti statunitense che, sulle scadenze più lunghe, si è addirittura invertita, segnalando potenziali problemi per il ciclo economico. Tuttavia, come fa notare nell’articolo “Robeco: azionario caro ma rischio di ribasso ancora limitato” Peter van der Welle, Strategist del team Multi Asset di Robeco, i mercati azionari sono rimasti però imperturbati per tre motivi: i margini di profitto che si stanno adattando facilmente all’incremento dei costi, tassi reali statunitensi ancora in territorio ampiamente negativo, e debolezza del segnale dell’appiattimento della curva, forse per fattori tecnici. Gran parte della crescita azionaria è comunque dovuta alla ripresa degli utili, favorita dallo sblocco della domanda inespressa dopo che le restrizioni anti Covid-19 sono state in gran parte revocate, sostenendo la ripresa dei consumi. Le prospettive dei consumi nei mercati sviluppati rimangono molto favorevoli, visto il miglioramento del mercato del lavoro e il risparmio in eccesso elevato.

ATTEGGIAMENTO DI FONDO POSITIVO SULLE AZIONI

Considerate la stagionalità positiva del quarto trimestre e la sua visione secondo cui il ciclo economico è ancora ben lontano dall’aver raggiunto la conclusione, Fidelity mantiene nel medio termine un atteggiamento di fondo positivo sulle azioni. Per ora ha un posizionamento neutrale sull’equity, ma resta pronta ad assumere ‘rischi direzionali’ se la volatilità dovesse offrire opportunità. Da un punto di vista globale, come si legge nell’articolo “Fidelity positiva sull’azionario, ma con qualche cautela in più“, Fidelity resta comunque sovrappesata sull’azionario dei mercati sviluppati, e vede utili aziendali sopra le attese in Giappone, ma non nel resto dell’Asia, date le differenze regionali. Inoltre tiene sotto stretta osservazione la possibilità di una svolta cinese in direzione di un allentamento significativo e di un cambiamento nelle leadership regionali, che si deve comunque ancora materializzare…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.