La storia dello Shark Boy Fight Club

Ecco l’approccio unico dello Shark Boy Fight Club ai token non fungibili e al metaverso

La storia dello Shark Boy Fight Club
3' di lettura

Non essere fungibile significa essere insostituibile.

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I token non fungibili (NFT) sono certificati digitali di proprietà che possono essere acquistati e venduti; la proprietà può essere trasferita da un’entità sulla blockchain a un’altra.

Gli NFT fanno tendenza perché consumatori e produttori sono alla ricerca di nuovi modi per scambiare e mantenere la trasparenza circa la proprietà degli articoli che più apprezzano.

Per comprendere il valore dei progetti NFT, Benzinga ha parlato con il losangelino Chris Ho, membro dell’iniziativa di gaming art digitale Shark Boy Fight Club (SBFC).

Il contesto

Il background di Ho non è quello che ti aspetteresti: Ho, nativo di Hong Kong, è arrivato negli Stati Uniti per studiare scienze informatiche nei primi anni 2000.

Data la passione per la moda e il cinema, in seguito Ho ha cambiato specializzazione.

“Ho finito per laurearmi in regia e animazione”, ha dichiarato Ho. “Subito dopo mi sono stati offerti un paio di lavori in televisione, dopodiché ho finito per lavorare nella moda per un decennio”.

Le sue esperienze, unite a un’innata spinta imprenditoriale, hanno portato Ho a fondare un’agenzia creativa e di sviluppo web che lavora con marchi come Juicy Couture.

Grafico: Chris Ho (a destra) appoggiato a una supercar.

Un inizio precoce

Ho ha sentito parlare per la prima volta di criptovalute nel 2009 da un consulente finanziario.

“Il mio agente di Borsa è venuto da me e mi ha detto: ‘Bitcoin è a circa 1 dollaro, che ne pensi?’”

Sebbene Ho si sia rifiutato di investire, in seguito si è immerso in questo settore imparando a conoscere la tecnologia blockchain, la finanza decentralizzata (DeFi), il mining e lo staking.

Inoltre, dato che il suo lavoro e la sua famiglia lo hanno portato a Los Angeles (vero e proprio baricentro della creatività), Ho si è immerso nella moda e nell’arte.

Con l’emergente popolarità degli NFT, Ho ha pensato di provare a esprimere la propria creatività nel settore con il lancio del Shark Boy Fight Club (SBFC).

L’SBFC è una raccolta di 8.888 oggetti digitali da collezione unici — avatar di squali — che risiedono sulla blockchain di Ethereum (CRYPTO:ETH).

Coloro che acquistano i token sono in grado di scambiare, addestrare e far competere i propri avatar al FighterVerse dell’SBFC, un ambiente simile alla realtà virtuale 3D del metaverso.

Inoltre, gli NFT di SBFC forniscono ai loro proprietari l’iscrizione a feste esclusive organizzate dall’azienda e il merchandising.


Grafico: gli avatar di SBFC.

Perché

Ho ha spiegato che gli NFT, negli utilizzi più basilari, sono popolari per la loro autenticità.

“Grazie al concetto di smart contract, tutto è trasparente”, è stato riferito a Benzinga.

Inoltre, le royalty del mercato secondario consentono agli artisti di ottenere una commissione dalle vendite future.

“Aiuta i movimenti perché le persone possiedono quella proprietà intellettuale”.

Le previsioni

Ciò che conta per il team di SBFC è, prima di tutto, la community.

L’aggiunta del FighterVerse, insieme alle sponsorizzazioni da parte di personaggi famosi, dovrebbe rendere l’iniziativa più coinvolgente; secondo Ho, l’obiettivo è quello di incuriosire ed entusiasmare le persone rispetto agli asset digitali e al loro potenziale.

“Vogliamo costruire una community a cui contribuisca la gente”, ha detto Ho in riferimento alle conversazioni che ha avuto con i follower del progetto sui social media e su piattaforme come Discord.

“Riesco ad immaginarci ospitare #SharkTalks, dove le persone danno consigli e scambiano idee di business”.

Dai un’occhiata a SBFC on Twitter, Instagram and Discord.