Economia russa piegata, le sanzioni possono davvero affondare Putin

Economia russa piegata, le sanzioni possono davvero affondare Putin
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L’impatto è stato violento sulla struttura finanziaria, legando le mani alla Banca centrale russa e mettendo al bando le banche, ma ora si fa sentire anche sull’economia reale, che potrebbe sprofondare in recessione

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Gli anni 20 del secondo millennio dovevano essere ruggenti ma finora hanno regalato una pandemia devastante e ora Putin che come Hitler ottanta e passa anni fa che aggredisce i vicini in Europa e minaccia la pace mondiale. A Monaco in una situazione simile nel 1938 le potenze europee reagirono con codardia (definizione di Churchill), ora mostrano fermezza e coraggio con sanzioni spietate che fanno male anche a loro ma che stanno mettendo la Russia in ginocchio. L’Ue ha vietato ai media statali russi di trasmettere sul suo territorio, lo spazio aereo europeo è chiuso a tutti gli aerei russi, è stato imposto l’embargo su molti prodotti tecnologici e sono stati sequestrati e confiscati i beni degli oligarchi all’estero. Ma soprattutto gli attivi esteri della Banca centrale russa sono congelati, riducendone notevolmente il potere di sostenere l’economia, mentre oltre il 70% delle 300 banche russe sono escluse da SWIFT, il più grande sistema di comunicazione bancaria del mondo, utilizzato da 6.600 istituzioni per effettuare trasferimenti, escludendo di fatto le banche russe dal commercio internazionale, dato che il 55% delle esportazioni russe sono in dollari e il 28% in euro.

IMPATTO ANCHE SULL’ECONOMIA REALE

Il risultato è stata la chiusura della Borsa di Mosca, il rublo in caduta libera e l’incapacità di onorare anche i pagamenti delle cedole dei titoli di Stato, praticamente default, mentre l’impatto sta colpendo duramente anche l’economia reale, con scarsità di beni e di contanti per comprarli, mentre anche le carte di credito servono a poco dato che Visa e Mastercard hanno sospeso le operazioni in Russia. Putin risponde proseguendo i bombardamenti in Ucraina, ma per far funzionare la macchina bellica, che tra l’altro si è mostrata più arrugginita del previsto, servono alla fine soldi, non rubli ma dollari e euro. È in parte un film già visto, alla caduta del Muro di Berlino e al collasso dell’Urss due anni dopo si arrivò anche, se non soprattutto, perché i soldi erano finiti, dopo averne spesi a fiumi nella disastrosa guerra in Afghanistan e nella rincorsa ai programmi militari degli americani, ai tempi in cui Ronald Reagan annunciava al mondo di aver realizzato il famoso ‘scudo spaziale’….

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.