Perché la lettera Z è un simbolo di sostegno alla Russia?

La lettera Z, utilizzata per sostenere l’invasione russa dell’Ucraina, è la prima lettera della frase “Za pobedu”, che in russo significa “Per la vittoria”

Perché la lettera Z è un simbolo di sostegno alla Russia?
2' di lettura

L’esercito russo e coloro che sostengono la sua guerra in Ucraina hanno sequestrato la lettera Z facendone un simbolo della loro campagna.

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Cosa è successo

Dall’invasione russa dell’Ucraina, è possibile vedere la lettera “Z” dipinta ai lati dei carri armati russi. Il ministero della Difesa russo ha spiegato che la lettera si basa sulla preposizione “Za”, la prima parola di “Za pobedu”, che significa “Per la vittoria” in russo. Un analogo simbolo a forma di “Z” in una scatola è stato mostrato dalle forze russe durante l’invasione della Crimea del 2014.

Comunque questa potrebbe sembrare una scelta un po’ strana. La “Z” infatti è una lettera latina e la Russia usa l’alfabeto cirillico, dove l’equivalente di questa lettera assomiglia più al numero “3”.

Nel frattempo

I russi che sostengono la guerra in Ucraina hanno indossato abiti contrassegnati con la “Z”, in particolare l’affascinante ex spia diventata attivista politica Maria Butina, che su Instagram ha cominciato a mostrare delle felpe col simbolo Z insieme ad alcuni suoi amici fotogenici.

Anche il ginnasta russo Ivan Kuliak ha indossato una “Z” sulla sua divisa durante una competizione in Qatar lo scorso fine settimana; la Federazione Internazionale di Ginnastica non ha gradito e ha chiesto alla Gymnastics Ethics Foundation di aprire un procedimento disciplinare contro Kuliak.

Intanto, sui social media è scoppiata una certa polemica a causa di una foto che mostra alcuni pazienti pediatrici malati terminali in un ospedale russo e i loro genitori che si stagliano sulla neve per formare una “Z” gigante visibile dall’alto.

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Fotografie: Foto in alto di Maria Butina (seconda da destra) e amici tramite il sito web della stessa Butina; foto della “Z” fatta da alcuni bambini malati terminali nella neve, per gentile concessione della pagina Twitter di Kamil Galeev.