Perché le elezioni francesi non sono un vero rischio per i mercati

Perché le elezioni francesi non sono un vero rischio per i mercati
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Edmond de Rothschild vede impatto limitato persino in caso di vittoria di Le Pen ma ha comunque ridotto l’esposizione ai titoli di Stato francesi e periferici, perché la pressione sulla BCE potrebbe ampliare gli spread

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Il secondo turno delle presidenziali francesi ripropone il confronto tra Macron e Le Pen, ma a differenza del 2017 con meno punti interrogativi. Questa volta il presidente uscente è il candidato della continuità, mentre la sua concorrente non parla più di ‘Frexit’, versione transalpina della Brexit. Inoltre, sembra improbabile che i due siano in grado di garantirsi una maggioranza all’Assemblea Nazionale. Come risultato, si può essere tentati di ignorare i rispettivi programmi visto che entrambi dovranno scendere a compromessi per avere una maggioranza parlamentare funzionante, ammesso che si riesca a formarla.

PUNTI IN COMUNE DEI DUE PROGRAMMI

Benjamin Melman, Global CIO Asset Management di Edmond de Rothschild, si chiede se a questo punto il secondo turno delle presidenziali francesi possa addirittura essere ignorato dagli investitori. I programmi di Macron e Le Pen hanno diversi punti in comune, nota Melman, come meno tasse sul mondo produttivo e sulle eredità, e lo ‘spezzatino’ delle licenze televisive, mentre la nazionalizzazione delle autostrade è un’esclusiva della Le Pen. Quest’ultima misura avrebbe un impatto sulle società interessate e anche un costo importante per i conti pubblici, già appesantiti dagli stimoli, mentre Macron bilancerebbe in parte il taglio alle tasse con la riforma delle pensioni…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.