5 motivi per cui è aumentato il prezzo del rame

Ecco le cinque ragioni che hanno causato il rialzo del prezzo del rame nel corso degli ultimi due anni

5 motivi per cui è aumentato il prezzo del rame
7' di lettura
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In sintesi

  • Il rallentamento della produzione di rame negli ultimi anni ha portato a una carenza di questo metallo, in concomitanza con l’aumento della domanda
  • I prezzi del rame hanno seguito il ritmo di crescita della Cina, che è rimbalzato nella seconda metà del 2020 e nella prima metà del 2021

I prezzi del rame sono cresciuti del 125% dai minimi di marzo 2020 e questo metallo è stato una delle materie prime che ha raggiunto prezzi record dall’inizio della pandemia. Diversi fattori hanno contribuito al rally del rame: ecco di seguito ciascun fattore analizzato nel dettaglio. 

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Crescita lenta delle scorte di rame

Negli ultimi tre decenni la produzione mineraria di rame è cresciuta molto più lentamente rispetto alla maggior parte degli altri metalli, aumentando solo del 123%; nello stesso periodo, la produzione di alluminio è cresciuta del 256% e quella di minerale di ferro è salita del 257%. Dal 2013 la produzione mineraria di rame è cresciuta lentamente a un ritmo di appena l’1,7% all’anno, meno della metà del ritmo annuale di crescita dell’offerta di alluminio, pari al 4,6%.   

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La crescita eccezionalmente lenta delle scorte di rame è il risultato di una serie di fattori. In primo luogo, tra l’inizio del 2010 e l’inizio del 2016 i prezzi del rame sono diminuiti del 58%, avvicinandosi al costo di produzione del metallo e scoraggiando così nuovi investimenti nelle miniere e negli impianti di lavorazione dei minerali; in secondo luogo, il contenuto di rame del minerale di rame è diminuito costantemente nel corso del tempo. Mentre le riserve totali scoperte di rame hanno continuato a crescere, il costo dell’estrazione del rame è in aumento e gran parte di tale costo è rappresentato dall’energia.    

Costi energetici e rame

L’estrazione e la raffinazione dei metalli è un’attività ad alta intensità energetica, pertanto i prezzi del rame tendono a mostrare un grande co-movimento con il prezzo del petrolio greggio West Texas Intermediate, così come con altri parametri di riferimento del greggio. In passato si sarebbe potuto presumere che questa relazione fosse valida principalmente dal lato di entrata: l’aumento/la diminuzione dei prezzi del greggio e del gas naturale rendevano l’estrazione e la raffinazione del rame più/meno costose. Questa ipotesi è valida ancora oggi.       

Tuttavia, il forte aumento dei prezzi del petrolio e del gas naturale registrato nel 2021 potrebbe far salire la domanda di rame alimentando l’interesse per tecnologie alternative come eolico, solare, batterie e auto elettriche, che implicano in modo diretto o indiretto l’uso del rame. Ciò è particolarmente vero in Europa e in Asia, in cui vive il 75% della popolazione mondiale e dove i prezzi del gas naturale sono aumentati di 7-8 volte rispetto ai livelli del Nord America.   

La transizione energetica

La transizione energetica potrebbe generare una robusta domanda di rame e altri metalli come il litio e il cobalto. Nell’ultimo decennio il costo dell’energia solare è diminuito di quasi il 70% e il costo delle batterie si è ridotto di un importo analogo; dal 1990 i costi di stoccaggio dell’energia solare e delle batterie sono diminuiti di quasi il 98%. Se tali tendenze continueranno nei prossimi decenni, sarà possibile immaginare un futuro di energia abbondante e priva di emissioni di CO2, ma che richiederà molto più cablaggio in rame.       

La transizione sta già diventando evidente nel trasporto terrestre: nel 2021 le vendite di auto elettriche sono aumentate del 160% in tutto il mondo a 2,6 milioni di unità; inoltre, queste auto elettriche hanno rappresentato meno del 4% delle vendite globali di veicoli. Se le vendite di auto elettriche continueranno a crescere a questo ritmo rapido, con un incremento della quota di mercato rispetto alle auto con motore a combustione, ciò implicherà una crescita potenzialmente robusta della domanda di rame e altri metalli; il costo delle auto elettriche è diminuito rapidamente ed entro la seconda metà di questo decennio i veicoli elettrici potrebbero diventare meno costosi di quelli alimentati da motore a combustione.      

Tra le principali economie del mondo, la crescita più rapida della domanda di auto elettriche è arrivata dalla Cina, dove l’anno scorso le vendite di veicoli elettrici sono cresciute di quasi il 190%; anche senza contare le vendite di auto elettriche, l’economia cinese è stata la principale fonte di domanda di rame negli ultimi due decenni. 

L’influenza della Cina

Ogni anno la Cina acquista circa il 40-50% del rame appena estratto; parte del rame grezzo viene utilizzato a livello nazionale, mentre gran parte di esso viene riesportato nei componenti di prodotti intermedi o finiti. Il ritmo di crescita del settore manifatturiero cinese è spesso strettamente correlato sia al prezzo attuale del rame che ai prezzi del rame in anticipo di tre o cinque trimestri. Per misurare il ritmo di crescita del settore manifatturiero cinese preferiamo utilizzare l’indice Li Keqiang, che misura il consumo di elettricità, i volumi di trasporto merci su rotaia e i prestiti bancari. Questo particolare parametro è stato un indicatore molto più robusto della domanda di rame e di altre materie prime rispetto al PIL ufficiale cinese, che include altre componenti (come servizi e spesa pubblica) che sono meno rilevanti per le materie prime.         

Dopo essere fortemente diminuito all’inizio della pandemia, il ritmo di crescita della Cina è fortemente rimbalzato nella seconda metà del 2020 e nella prima metà del 2021. I prezzi del rame hanno seguito da vicino questo rimbalzo, ma poi il ritmo della crescita industriale cinese è notevolmente rallentato; con il rallentamento della Cina, i prezzi del rame hanno lateralizzato per diversi mesi prima di riprendere un rally relativamente tiepido negli ultimi mesi. I recenti guadagni del rame potrebbero essere in risposta al conflitto russo-ucraino: nel 2021 la Russia ha prodotto 850.000 tonnellate di rame, circa il 5% del totale mondiale.           

L’economia cinese, sebbene sia ancora in crescita, sta incontrando diversi ostacoli, come l’aumento dei prezzi delle materie prime, il calo dei prezzi delle abitazioni, il rallentamento della crescita delle esportazioni, gli alti livelli di debito, i rendimenti nettamente più elevati delle obbligazioni societarie e una valuta molto apprezzata. Se la crescita della Cina dovesse continuare a rallentare, ciò potrebbe incrementare il rischio che i prezzi del rame subiscano pressioni entro la fine dell’anno o nel 2023; ad ogni modo, se i prezzi del rame continueranno a salire nonostante una crescita potenzialmente più lenta in Cina, allora il motivo potrebbe essere la suddetta transizione energetica.   

Il cambiamento pandemico nella domanda dei consumatori

Tra dicembre 2019 e dicembre 2021 i consumatori statunitensi hanno speso il 18% in più in beni manifatturieri ma solo il 6% in più in servizi, e non sono stati i soli; negli Stati Uniti e in tutto il mondo, i consumatori sono passati all’acquisto di un maggior numero di beni manufatti, inclusi l’elettronica di consumo e altri articoli che comportano un considerevole contenuto di rame.   

Comunque, gran parte del mondo sta tornando a una vita normale dopo la pandemia e in quasi tutte le aree del globo i consumatori sembrano pronti a orientare nuovamente le loro spese verso le esperienze e lontano dagli acquisti di prodotti manifatturieri: questo potrebbe limitare la crescita della domanda di rame e ostacolare la crescita delle esportazioni in Cina. A breve termine, un tale cambiamento nella domanda dei consumatori potrebbe parzialmente controbilanciare l’aumento della domanda di rame derivante dalla transizione energetica.   

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