Cripto ma anche algoritmi: ecco cosa sta succedendo sui mercati

Cripto ma anche algoritmi: ecco cosa sta succedendo sui mercati
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Dal crash del 1987 causato dagli scambi computerizzati l’evoluzione digitale dei mercati è andata molto avanti, creando nuovi rischi ma anche offrendo soluzioni, mentre i regolatori sono rimasti troppo indietro

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Forse non aveva tutti i torti Warren Buffett a definire una ‘sala scommesse’ l’attuale mercato un paio di settimane fa. Indici di Wall Street che messi insieme valgono una trentina di migliaia di miliardi di dollari che vanno giù del 5% e rimbalzano del 4% da un giorno all’altro con singoli titoli che oscillano a due cifre in rialzo o ribasso nell’arco di pochi minuti non sono esattamente la fotografia di un mercato guidato dalla razionalità. E le nuove frontiere delle criptovalute, delle piattaforme alternative e della ‘finanza decentralizzata’ non danno prova migliore, visti i 1.000 miliardi di dollari di valore (sulla carta) bruciati dai primi sette ‘coin’ in sei mesi, mentre tra le altre migliaia in circolazione ce ne sono alcune piombate dalle stelle a zero in un paio di settimane. Il problema è che la guida del mercato sono i fondamentali, macro e micro, che di questi tempi sono avvolti nella nebbia più fitta per quanto riguarda il futuro a breve-medio termine.

LA NEBBIA AVVOLGE I FONDAMENTALI

La Fed ha preso la rincorsa per contrastare l’inflazione, ma c’è il rischio che l’impatto della stretta monetaria avviata a marzo, che di solito fa sentire i suoi effetti 3-6 mesi dopo, arrivi su un’economia già in frenata con inflazione in caduta, facendo scattare una recessione non necessaria. Visibilità zero anche sulla durata della guerra in Ucraina e della stretta Covid Zero della Cina, con tutte le conseguenze su catene di approvvigionamento e prezzi di energia e alimentari, che se continuano a salire rischiano di accendere focolai di instabilità in giro per il mondo, dal Nord Africa al Medio Oriente fino a molti paesi asiatici. I fondamentali micro non sono impermeabili alle turbolenze di quelli macro, le guidance delle imprese sugli utili futuri e gli indicatori anticipatori come gli indici PMI aiutano poco, perché appesi a troppe variabili che possono muoversi violentemente sia al rialzo che al ribasso…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.