L’Impact Investing secondo Schroders: quando il benessere delle persone fa bene anche al portafoglio

L’Impact Investing secondo Schroders: quando il benessere delle persone fa bene anche al portafoglio
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Secondo l’analisi, può essere una buona diversificazione investire su società che oltre a promettere un ritorno finanziario siano intenzionate a esercitare un impatto positivo sulle persone e sull’ambiente

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Nell’analisi realizzata da Jonathan Fletcher, EM Fund Manager & Head of EM Sustainability Research di Schroders, l’Impact Investing ha il duplice obiettivo di influire positivamente sulla collettività e il pianeta e di generare rendimento per gli investitori. Si pensa sia possibile raggiungerlo investendo in azioni di società che oltre a promettere un ritorno finanziario siano intenzionate a esercitare un impatto positivo sulle persone e sull’ambiente nelle aree in cui operano. È sentito, in particolare, il desiderio naturale di migliorare prodotti e servizi sanitari in tutto il mondo: purtroppo, in molte aree emergenti mancano ancora prodotti e servizi essenziali, spesso dati per scontati nei Paesi sviluppati. Per gli investitori nei mercati emergenti, questo significa che il settore salute e benessere può dare un contributo significativo alla vita delle persone.

PERCHÈ SVILUPPARE SALUTE E BENESSERE NEI MERCATI EMERGENTI

Sul fronte dell’assistenza sanitaria, Paesi avanzati ed emergenti presentano enormi differenze, dovute in larga misura alle difficoltà di accesso ai farmaci e alle terapie fondamentali, ad acqua pulita e servizi igienici e, in molti, casi anche all’istruzione. Un report dell’UNICEF rivela che nel 2019, 63 bambini ogni 1.000 nati nei Paesi meno sviluppati del mondo sono morti prima dei 5 anni. In confronto, il tasso di mortalità equivalente in Europa e nel Nord America si attesta rispettivamente a 5 e 6. In base alle statistiche di UNAIDS, su 37,7 milioni (dato stimato) di persone affette da HIV, nel 2020 circa 20,6 milioni vivevano nell’Africa orientale e meridionale e 5,8 milioni nella regione Asia Pacifico. Insieme, queste due regioni rappresentano il 70% del totale globale. Passando ad un altro esempio, la Federazione Internazionale del Diabete stima che il 75% dei circa 537 milioni di adulti che soffrono di diabete nel mondo vive in Paesi a basso e medio reddito. Inoltre, le malattie cardiovascolari, che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sono la principale causa di morte a livello globale, si registrano per lo più nei Paesi a basso e medio reddito. Tale situazione si deve in buona parte a sistemi sanitari di base carenti e a problemi di accesso ai servizi sanitari, due fattori che impediscono di diagnosticare e curare le malattie. Ecco perché il margine di impatto su salute e benessere nei mercati emergenti è enorme…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.