Le politiche USA sulle esportazioni favoriscono la Cina?

I critici attaccano l’atteggiamento lassista degli Stati Uniti in materia di export tecnologico verso la Cina: si rischia di agevolare la crescita militare di Pechino

Le politiche USA sull’export tech sono un favore alla Cina?
3' di lettura

Un procedimento guidato dal Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha approvato quasi tutte le richieste di esportazioni di prodotti tecnologici verso la Cina e ha supervisionato la crescita delle vendite di alcune tecnologie cruciali, riporta il Wall Street Journal.

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Gli Stati Uniti continuano a inviare alla Cina una serie di semiconduttori, componenti aerospaziali, tecnologie di intelligenza artificiale e altri prodotti che potrebbero agevolare la crescita militare di Pechino, affermano i critici. 

Recentemente gli Stati Uniti hanno rafforzato i controlli sulle esportazioni, le sanzioni e la propria posizione nella produzione di semiconduttori attraverso il CHIPS Act in risposta alla Cina.

Il Senato USA ha infatti approvato un disegno di legge da 280 miliardi di dollari per rilanciare l’industria statunitense dei semiconduttori. 52,7 miliardi saranno destinati all’assistenza finanziaria diretta per la costruzione e l’espansione di impianti di produzione di semiconduttori. 

Tuttavia, i critici hanno sostenuto l’urgenza di una riforma per rispondere alla minaccia proveniente da Pechino. Alcuni hanno invece messo in guardia contro le restrizioni più severe sulle vendite tech degli Stati Uniti alla Cina; queste infatti potrebbero ritorcersi contro gli USA, poiché Paesi alleati come Germania, Giappone e Corea del Sud potrebbero intervenire per colmare il vuoto.

Dal 9 novembre 2020 al 20 aprile 2021, gli Stati Uniti hanno rilasciato licenze di esportazione per un valore di oltre 100 miliardi di dollari ai fornitori di aziende cinesi messe in lista nera come Huawei Technologies Co e Semiconductor Manufacturing International Corporation (SMIC). SMIC ha recentemente acquisito la capacità di produrre chip da 7 nanometri (nm).

Recentemente gli Stati Uniti hanno valutato la possibilità di vietare l’esportazione di strumenti per la produzione di chip verso quelle fabbriche cinesi che producono semiconduttori avanzati da 14 nm e più piccoli. Inoltre gli USA si sono concentrati sui Paesi Bassi per impedire ad ASML Holding NV (NASDAQ:ASML) di vendere i suoi prodotti alla Cina.  

I critici sostengono che la politica ufficiale cinese di fusione tra comparto civile e militare, che intende cancellare le distinzioni tra settore militare e privato, impone alle autorità USA una revisione immediata delle procedure.

Anche le importazioni statunitensi di strumenti per la produzione di apparecchiature a semiconduttore, fondamentali per la produzione di chip sia ad uso militare che civile, sono nettamente cresciute negli ultimi anni.

Una società statunitense di ricerca e analisi dei dati ha identificato decine di migliaia di imprese cinesi che potrebbero soddisfare i criteri USA sulle restrizioni militari all’esportazione per gli utenti finali. 

Inoltre, l’elenco delle entità soggette a restrizioni non impedisce alle aziende statunitensi di vendere ai loro associati; l’unico obbligo per le aziende USA è quello di presentare domanda per le licenze. 

Una volta che gli Stati Uniti rilasciano una licenza, difficilmente possono verificare l’uso improprio della tecnologia a causa della mancanza di controlli da parte del governo cinese, ha scritto il Wall Street Journal. 

In alcuni casi, le aziende statunitensi possono persino vendere le tecnologie ai clienti cinesi nel succitato elenco senza nemmeno richiedere le licenze. Le aziende USA possono spesso vendere liberamente queste tecnologie a società quotate in Cina producendo i beni in fabbriche estere.

Foto di mohamed hassan tramite Pxhere

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