Gli investitori devono abituarsi al superdollaro, servirà tempo perché si indebolisca

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Stephen Dover, Chief Market Strategist e Head of Franklin Templeton Institute, analizza le ragioni del lungo ciclo di rialzo del dollaro, fatte non solo di differenziale dei tassi, e disegna il percorso di possibile rientro

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Il dollaro si sta rafforzando ormai da 11 anni nel ciclo più lungo di sempre e negli ultimi 15 mesi ha accelerato. Rettificato per l’inflazione, anche il valore ponderato per il trade del dollaro è aumentato fortemente nell’ultimo anno, proseguendo un trend decennale, e ora ha un valore superiore di quasi il 30% quasi rispetto al 2010. Molte spiegazioni si concentrano sulle differenze di politica monetaria, ma secondo Stephen Dover, Chief Market Strategist e Head of Franklin Templeton Institute, il lungo periodo di rafforzamento del dollaro suggerisce che altri fattori hanno contribuito notevolmente, riflettendo anche le differenze persistenti nei tassi di crescita economica e nei rendimenti del capitale.

CRESCITA ECONOMIA PIÙ FORTE

Dover osserva che negli ultimi 15 anni l’economia USA è cresciuta più velocemente, degli altri paesi sviluppati, attirando capitali dall’estero sui mercati azionari statunitensi, che dal 2009 hanno ottenuto continue sovra-performance rispetto sia ai mercati sviluppati che a quelli emergenti. Anche i differenziali dei tassi hanno favorito il dollaro anche durante il prolungato periodo di QE con Europa e Giappone che sono oltre la Fed portando i i rendimenti in territorio negativo. Il trend ha accelerato nel 2022 anche perché il dollaro USA ha beneficiato della posizione di “petro-valuta”…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.