La volatilità dei dati economici impone ancora navigazione a vista sui mercati

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Da tre anni i principali indicatori, da PIL a inflazione, hanno oscillato ancora più violentemente dei mercati. Ora si va verso una nuova normalità ancora tutta da decifrare, ma non sarà un ritorno a quella del passato

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Da tre anni volatilità è una delle parole più spese nei titoli e nei commenti di mercato. Ma sempre riferita all’andamento sulle montagne russe degli indici azionari, misurato dal famoso VIX, meglio noto come l’indice della paura. C’è però una volatilità forse ancora più violenta e anche anomala rispetto alla storia degli ultimi decenni, che non a caso è stata portata all’attenzione da BlackRock: la volatilità macroeconomica. Non c’è l’equivalente di un VIX che la misura, ma da quando il Covid ha fatto irruzione sulla scena mondiale poco meno di tre anni fa è stata una cosa pazzesca mai vista prima. Nel giro di 2-3 trimestri il dato del PIL USA, la principale economia mondiale, è andato prima in picchiata e poi risalito verticalmente di qualcosa come il 30% in termini annualizzati. Sul versante dell’occupazione l’impatto è stato ancora maggiore, con la cancellazione nel giro di poche settimane di oltre 20 milioni di posti di lavoro, sempre in USA, recuperati altrettanto rapidamente, e la successiva ‘creazione’ di quasi 5 milioni di nuovi posti aggiuntivi solo nella parte finale dell’anno del covid.

SALTATI I PARADIGMI DI RIFERIMENTO

Per non parlare dell’inflazione, che prima della pandemia le banche centrali non riuscivano a risollevare da zero nonostante inondassero l’economia di liquidità, poi schizzata nel 2021 ai massimi da decenni per la ripartenza delle economie e le strozzature trascinate dal blocco pandemico, e ulteriormente salita a due cifre, soprattutto in Europa, per l’energy crunch indotto dall’attacco russo all’Ucraina. Tutti i paradigmi di riferimento degli ultimi 30-40 anni sono saltati, e non a caso la stessa BlackRock parla della più grande ‘tempesta’ macro da decenni. I processi decisionali di investitori, banche centrali e policy maker si basano sui dati che arrivano dal fronte dell’economia reale. Ma dati come quelli che sono arrivati negli ultimi tre anni sono difficili non solo da prevedere, ma anche da assecondare con comportamenti adeguati…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.