La crisi bancaria Usa ha dato una spinta ai mercati emergenti

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Raiffeisen Capital Management nel suo Panorama Mercati Emergenti a cura del Team Cee & Global Emerging Markets, analizza i diversi fattori di incertezza, tra cui le tensioni geopolitiche su Russia e Cina

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I mercati azionari hanno registrato una correzione a febbraio dopo aspettative probabilmente troppo ottimistiche di fine imminente dei rialzi dei tassi e tagli dei tassi in arrivo, che hanno ceduto il posto a valutazioni più realistiche. L’inflazione e i tassi USA rimarranno probabilmente più alti di quanto sperato ancora per qualche tempo. Questo ha dato impulso al dollaro e determinato un forte aumento dei rendimenti USA a breve termine, con un impatto molto negativo sugli asset dei Paesi Emergenti.
Di conseguenza, a febbraio le azioni emergenti sono scese in media molto più di quelle dei mercati sviluppati, perdendo in media oltre il sette per cento in dollari USA. Ma il rapporto si è poi invertito con la crisi bancaria USA di marzo, i rendimenti americani e il dollaro hanno ceduto, mentre le azioni emergenti hanno in gran parte recuperato

LA CRISI BANCARIA DOVREBBE ALLEVIARE LA STRETTA DELLA FED

La crisi bancaria USA aiuta leggermente i mercati emergenti, ma per quanto? Raiffeisen Capital Management, nel suo Panorama Mercati Emergenti a cura del Team Cee & Global Emerging Markets, spiega che la crisi bancaria e credito più restrittivo sono fattori negativi per l’economia USA e Wall Street, ma hanno più o meno lo stesso effetto di un aumento dei tassi della Fed. Ci sono dunque aspettative del tutto giustificate che la crisi bancaria negli USA porterà alla fine a meno rialzi dei tassi di quanto originariamente previsto, secondo Raiffeisen, anche se non ci saranno reazioni a catena, al di là dei fallimenti isolati avvenuti finora. Questo, a sua volta, indebolisce il dollaro, spinge al ribasso i rendimenti USA e aiuta un po’ i mercati emergenti, almeno per il momento…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.