Paul Krugman, nessuna valuta sostituirà il dollaro in caso di default

Il premio Nobel e rinomato economista Paul Krugmannon vede altre valute quali possibili sostituti del dollaro in caso di default

Paul Krugman, nessuna valuta sostituirà il dollaro in caso di default
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Il premio Nobel e rinomato economista Paul Krugman crede che se gli Stati Uniti non riusciranno a pagare il loro debito nazionale, i mercati finanziari saranno turbati dalla mancanza di un asset sicuro e liquido, ruolo finora svolto dal dollaro.

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Le parole di Paul Krugman

Krugman ha detto in un tweet, “Il rischio di un default del debito non è che un’altra valuta prenderà il ruolo chiave ora svolto dai titoli del dollaro. È che nessuna valuta sarà disponibile per svolgere quel ruolo – i mercati finanziari saranno disturbati dalla mancanza di qualsiasi attività sicura e liquida”.

I commenti dell’economista arrivano in un momento in cui il presidente Joe Biden e i legislatori repubblicani non sono ancora riusciti a raggiungere un accordo riguardo al tetto del debito mentre si avvicina la cosiddetta data-X all’inizio di giugno, ossia la data in cui ci si aspetta che il Dipartimento del Tesoro rimanga senza liquidità.

I costi dei prestiti

Krugman ha sottolineato che, contrariamente all’opinione popolare, la dominanza del dollaro non permette agli Stati Uniti di prendere in prestito a basso costo rispetto ad altri paesi. Infatti, il dollaro può essere la valuta dominante al mondo. Tuttavia, i rendimenti dei titoli del tesoro, ossia i tassi di interesse a cui il governo prende in prestito denaro dal mercato, sono determinati dai fondamentali del paese che includono le sue politiche fiscali e la situazione del conto corrente tra gli altri. Il rendimento del tesoro considera poi anche il tasso di interesse prevalente nel paese come suo proxy o benchmark.

Mnetre la crisi del tetto del debito raggiunge la quarta settimana di maggio e la Riserva Federale continua ad aumentare i tassi di interesse per affrontare l’inflazione, i rendimenti dei titoli di stato sono in aumento, innalzando così il costo del prestito governativo.

Krugman ha evidenziato questo fatto utilizzando un grafico che confronta i rendimenti dei titoli di stato di riferimento a 10 anni di diversi paesi, tra cui gli Stati Uniti, la Francia, la Germania e il Giappone. Il Giappone, con la sua politica monetaria ultra-allentata, ha i costi di prestito a lungo termine più bassi tra questi paesi.