L’aumento dei prezzi e la debolezza del dollaro spingono verso la prudenza. Per Andrea Delitala, Head of Multi Asset Euro, sull’obbligazionario meglio preferire Europa e Mercati Emergenti
I mercati sembrano aver assorbito ampiamente il rischio dazi. Gli annunci del presidente americano Donald Trump, infatti, non hanno più gli effetti iniziali. Ma resta una domanda fondamentale: stiamo assistendo a una reale stabilizzazione dei mercati o a una forma sofisticata di rimozione collettiva del rischio? Per Andrea Delitala, Head of Multi Asset Euro di Pictet Asset Management, “gli effetti delle politiche di Trump non sono stati eliminati, ma i danni attesi sono stati ridimensionati”. Ma restano due problemi fondamentali che hanno impatto sui mercati: l’aumento dell’inflazione e la svalutazione del dollaro.
FASE DI NORMALIZZAZIONE SUI MERCATI USA
Dalla metà di maggio, il sentiment globale è decisamente migliorato. Azioni in ripresa, bond stabili, volatilità in calo. Una fase di “normalizzazione” che ha portato alcuni listini a superare i livelli pre-crisi. Ma i fondamentali giustificano davvero tutto questo ottimismo? Per Delitala la realtà è più sfumata. L’economista di Pictet AM osserva una “situazione di mancato panico”: le minacce non sono scomparse, solo parzialmente assorbite dal mercato. La divergenza più significativa è quella tra la performance brillante di azionario e obbligazionario da un lato, e la debolezza del dollaro dall’altro. “Il biglietto veder – spiega – ha continuato a deprezzarsi (-6% dal 2 aprile, -10% da inizio anno), riflettendo peraltro i desiderata dell’amministrazione Usa”…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.