I default potrebbero aumentare, ma gli investitori attivi possono evitare gli emittenti con maggiori criticità e puntare su alcuni titoli ibridi in Europa e sui rating B e nei CCC dove c’è uno sconto sugli spread medi storici
L’anno scorso i mercati hanno attraversato una situazione difficile, ma l’economia ha mostrato resilienza mentre iniziavano a diminuire le pressioni inflazionistiche e questo ha dato maggiore fiducia agli investitori. Nel frattempo, si profilano ostacoli come il deterioramento della qualità del credito o la debolezza dell’economia, insieme a potenziali fattori favorevoli come i tagli del tasso di interesse da parte della Federal Reserve statunitense. Dinamiche che tenderanno a equilibrarsi, rendendo improbabile un cambiamento significativo dello scenario, in un modo o nell’altro.
RITORNO DI INTERESSE VERSO L’HIGH YIELD
“Gli investitori sono tornati a guardare con interesse all’high yield anche perché possono realisticamente aspettarsi rendimenti del 7-9%, molto al di sopra di quelli di due o tre anni fa. Ma i default potrebbero rappresentare delle sfide”, fa sapere Justin Jewell, Head of European High Yield Leveraged Finance di RBC BlueBay Asset Management, che poi aggiunge: “Nel 2021 e nel 2022 i default erano vicini allo zero mentre nei prossimi due anni potrebbero spingersi nell’intervallo 2,5-4%. Le imprese operano in un ambiente con costi del capitale più elevati e potrebbero avere difficoltà a rifinanziarsi sul mercato”…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.