La battaglia per il controllo di Mediobanca entra nel vivo in questa ultima settimana di agosto, con l’offerta pubblica di scambio (OPS) lanciata da Monte dei Paschi di Siena (Mps) sempre più vicina a una soglia tecnica che potrebbe cambiarne radicalmente la governance. Intanto, Piazzetta Cuccia prepara l’assemblea cruciale sul dossier Banca Generali, spingendo il confronto su nuovi assetti nel risparmio gestito italiano.
Cosa è successo
Le adesioni all’OPS di Mps su Mediobanca hanno superato il 13% del capitale, proiettando la banca senese verso una soglia chiave: il 35%. In un azionariato frazionato come quello di Mediobanca, questa percentuale garantirebbe già una posizione di potere tale da orientare nomine, strategie e decisioni assembleari, anche senza raggiungere il 50%. Il rapporto di concambio è fissato a 2,53 nuove azioni Mps per ogni azione Mediobanca conferita, e l’offerta rimarrà aperta fino a lunedì 8 settembre.
L’attenzione del mercato ora è tutta sugli storici azionisti: Delfin (20%) e Caltagirone (10%). Se anche loro dovessero aderire all’OPS, il fronte Mps volerebbe al 43%, rendendo praticamente inevitabile il controllo di fatto. Nel frattempo, Piazzetta Cuccia riunisce i soci il 21 agosto per deliberare sull’acquisizione di Banca Generali, operazione sostenuta dai principali proxy advisor e da numerosi fondi istituzionali – tra cui Norges Bank e diversi colossi pensionistici nordamericani.
Il confronto tra i due schieramenti è acceso: il gruppo Caltagirone ha criticato il mandato assembleare definendolo una “delega in bianco”, ma Mediobanca replica con fermezza, sostenendo che il voto serve solo ad autorizzare gli amministratori ad agire mentre la società è oggetto di un’OPA.
Perché è importante
Superare la soglia del 35% nel capitale di Mediobanca avrebbe ripercussioni profonde: Mps potrebbe contare su maggiore massa critica, diversificazione e sinergie stimate in circa 700 milioni di euro. In parallelo, il riassetto nel risparmio gestito con Banca Generali ridisegnerebbe gli equilibri finanziari italiani, ponendo mediobanca come polo centrale di gestione del risparmio.
La partita resta aperta, con scadenze stringenti e una posta in gioco alta tra capitale, controllo e strategie industriali. L’esito finale segnerà non solo il futuro dei protagonisti coinvolti, ma anche l’assetto del settore bancario e finanziario italiano nei prossimi anni. Operatori e investitori sono chiamati a seguire con estrema attenzione i prossimi giorni di questa storia che potrebbe cambiare Piazza Affari.
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Foto: Stocks Zakharchuk / Shutterstock
