ChatGPT di OpenAI è sotto indagine in Polonia dopo il divieto in Italia all’inizio dell’anno, segnando gli ultimi sviluppi della controversia sulla privacy che circonda i chatbot AI.
Cos’è successo
ChatGPT, rilasciato per i test pubblici nel novembre dello scorso anno, ha ottenuto un’immensa popolarità per le sue capacità di conversazione.
Tuttavia, il chatbot alimentato dall’intelligenza artificiale è ora accusato di potenziali violazioni del Regolamento generale sulla protezione dei dati dell’UE o GDPR, un importante atto legislativo volto a salvaguardare la privacy dei dati delle persone.
L’indagine è stata avviata in risposta a una denuncia presentata contro OpenAI. Il denunciante ha affermato che ChatGPT ha generato informazioni false su di lui e che la sua società madre non ha collaborato per risolvere il problema, ha riferito Reuters.
Inoltre, il denunciante ha affermato di aver ricevuto risposte vaghe e fuorvianti in merito al trattamento dei suoi dati da parte dell’azienda.
“Il caso riguarda la violazione di molte disposizioni sulla protezione dei dati personali, quindi chiederemo a Open AI di rispondere a una serie di domande”, ha dichiarato Jan Nowak, presidente dell’Ufficio polacco per la protezione dei dati personali (UODO).
Questa indagine aggrava ulteriormente i problemi legali di OpenAI, che è già alle prese con una class action in un tribunale federale di San Francisco, dove deve affrontare accuse di violazione della legge sulla privacy.
Perché è importante
Nel marzo di quest’anno, l’Italia è stata la prima nazione occidentale a vietare ChatGPT a causa di timori per la privacy.
Tuttavia, il Paese ha successivamente revocato la decisione.
Vale la pena notare che ChatGPT è vietato in paesi come Cina, Iran, Corea del Nord e Russia.