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    Homepage » Inflazione USA sotto le attese: cosa significa per i mercati e la Fed

    Inflazione USA sotto le attese: cosa significa per i mercati e la Fed

    Piero CingariBy Piero Cingari13/05/2025 Notizie 3 min. di lettura
    Inflazione USA sotto le attese: cosa significa per i mercati e la Fed
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    I prezzi al consumo negli Stati Uniti sono aumentati meno del previsto ad aprile, e i nuovi dazi introdotti dal Presidente Donald Trump sembrano non aver avuto un impatto rapido e tangibile sul costo della vita.

    L’Indice dei Prezzi al Consumo (CPI) è risultato superiore del 2,3% rispetto a un anno fa, ha comunicato martedì il Bureau of Labor Statistics, mancando le aspettative degli economisti del 2,4% e la lettura precedente.

    L’aumento mensile è stato dello 0,2%, in ripresa dal precedente calo dello 0,1%, ma inferiore alla previsione dello 0,3%.

    Il CPI core, che esclude le categorie volatili di alimentari ed energia, è salito al 2,8% su base annua, invariato rispetto al precedente e al previsto 2,8%. Su base mensile, è aumentato dello 0,2%, salendo leggermente dall’incremento dello 0,1% di marzo ma al di sotto delle aspettative dello 0,3%.

    I costi per l’abitazione sono aumentati dello 0,3% ad aprile, contribuendo per oltre la metà all’aumento mensile totale dell’indice generale dei prezzi al consumo.

    Le tariffe aeree, i veicoli usati, i servizi di comunicazione e l’abbigliamento sono state tra le principali categorie che hanno registrato cali di prezzo ad aprile.

    Indicatori Aprile 2025 Marzo 2025 Previsione
    Headline CPI (anno su anno) 2,3% 2,4% 2,4%
    Headline CPI (mese su mese) 0,2% -0,1% 0,3%
    Core CPI (anno su anno) 2,8% 2,8% 2,8%
    Core CPI (mese su mese) 0,2% 0,1% 0,3%

    Cosa significa questo per la Fed?

    Prima della pubblicazione, i future sui tassi di interesse riflettevano scarse probabilità di un allentamento della politica monetaria. I dati CME FedWatch mostravano solo un’8% di possibilità di un taglio dei tassi a giugno e un 36% a luglio.

    I mercati avevano prezzato solo 60 punti base – 0,6 punti percentuali – di tagli totali entro la fine del 2025, ben al di sotto delle precedenti aspettative di un allentamento più aggressivo.

    Tuttavia, il modesto progresso difficilmente spingerà la Federal Reserve verso tagli dei tassi a breve termine, poiché i mercati rimangono cauti a causa dei persistenti rischi di inflazione.

    L’inflazione rimane al di sopra dell’obiettivo del 2% della banca centrale e, con l’inflazione dei servizi e dei costi per l’abitazione che si dimostra ostinata, i policymaker potrebbero scegliere di mantenere elevati i costi di finanziamento per tutta la seconda metà dell’anno.

    Reazioni del mercato: dollaro e rendimenti in leggero calo

    L’U.S. Dollar Index (DXY) – monitorato dall’Invesco DB USD Index Bullish Fund ETF (NYSE:UUP) – ha leggermente ceduto lo 0,1%, in calo dopo il forte rally dell’1,3% di lunedì. Il rendimento del Treasury a 2 anni è sceso al 3,98%.

    I future azionari statunitensi, che avevano registrato un rally lunedì dopo la notizia di una tregua tariffaria USA-Cina, sono risultati misti nel pre-market mentre i trader ricalibravano le aspettative sull’inflazione e sui tassi di interesse.

    I future sull’indice S&P 500 erano in rialzo dello 0,2%, mentre i contratti sul Dow Jones Industrial Average sono scesi dello 0,4%.


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    Immagine creata utilizzando l’intelligenza artificiale tramite Midjourney

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