Con una sola settimana rimasta come comandante in capo, mercoledì Donald Trump è diventato il primo presidente in 232 anni di storia degli Stati Uniti ad essere messo in stato di accusa due volte.
La risoluzione di impeachment accusa Trump di “incitamento all’insurrezione” per il suo ruolo nell’assalto di Capitol Hill risalente al 6 gennaio – una rivolta in cui hanno perso la vita almeno cinque persone, tra cui un agente di polizia del Campidoglio.
Perché è importante: “Ha minacciato l’integrità del sistema democratico, ha interferito con la transizione pacifica del potere e ha messo in pericolo un ramo paritetico del governo; in tal modo ha tradito la fiducia in lui come presidente, ad evidente discapito del popolo degli Stati Uniti”, si legge nel documento della Camera dei Rappresentanti.
Un totale di 232 legislatori hanno votato ‘sì’ a favore dell’impeachment e 197 hanno votato ‘no’.
Trump è rimasto perlopiù in silenzio dal 6 gennaio; lo scorso fine settimana il suo account Twitter Inc (NYSE:TWTR) è stato definitivamente sospeso.
Nel dicembre 2019 il presidente Trump è stato messo sotto accusa con una schiacciante maggioranza di voti per quello che i Democratici dicono sia stato un tentativo affinché l’Ucraina indagasse sull’ex vicepresidente Joe Biden, uno degli sfidanti di Trump nella tornata elettorale del 2020 e ora presidente eletto per le fila dei Democratici.
Cosa potrebbe succedere: la presidente della Camera Nancy Pelosi invierà ora gli articoli di impeachment al Senato, anche se non è ancora chiaro il periodo in cui si potrebbe tenere un processo.
Mercoledì scorso, il leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell ha respinto le richieste dei Democratici di riconvocare immediatamente il Senato per condannare Trump nei suoi ultimi giorni in carica.
Per il 20 gennaio invece è in programma l’insediamento di Joe Biden come 46° presidente degli Stati Uniti.
Foto per gentile concessione: Gage Skidmore su Flickr.