La diversificazione resta la migliore barriera contro le bolle di mercato. Oggi sono presenti i tre elementi che contribuiscono alla formazione delle bolle ma non si vede l’innesco che potrebbe farle esplodere
Oltre un anno fa il mercato azionario globale cominciava la corsa verso nuovi record, a dispetto di un crollo dell’attività economica mai visto in tempi di pace. Dal 23 marzo 2020 lo S&P 500 è rimbalzato violentemente e alcuni titoli tecnologici hanno registrato performance a tre cifre. L’unica risposta possibile alla domanda se il mercato sia in una condizione di bolla, sembrerebbe un granitico “sì”, ma il quesito da porsi è più sottile, vale a dire quale sia il momento in cui la crescita dei prezzi si trasforma in bolla pronta a deflagrare. In questo caso la risposta esige un supplemento di attenzione, perché le “bolle” sono uno dei fenomeni più antichi e controversi nella storia dei mercati finanziari.
PREVENIRE LE BOLLE PUÒ ESSERE COSTOSO
Carlo Benetti, Market Specialist di GAM SGR, sottolinea che riconoscere le bolle è difficile e costoso, soprattutto se comporta mettersi contro il mercato se si ravvedono forti incongruenze nei prezzi. Oggi lo scenario è completamente inedito, ogni ansa del fiume della Storia riserva novità e situazioni mai viste prima, dalla Cina, alle enormi potenzialità della tecnologia, alle politiche monetarie senza precedenti, tutto contribuisce ad aumentare la complessità e il numero dei possibili esiti, e qualsiasi tentativo di scrutare il passato per cercare indizi utili a decifrare il futuro è inutile…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.