Tre mosse per affrontare la turbolenza nei mercati obbligazionari

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In AllianceBernstein non prevedono a breve un’inflazione sostenuta o un drastico aumento dei tassi, meglio comunque farsi trovare preparati

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L’investimento obbligazionario è sempre più un rebus. I rendimenti a termine sono leggermente aumentati, ma non sono poi così appetibili, per ottenere guadagni in conto capitale dovrebbero calare nuovamente i rendimenti. Di contro, i massici stimoli fiscali e monetari varati dai governi dei principali paesi dovrebbero rilanciare la crescita delle economie, ma potrebbero anche decretare il ritorno dell’inflazione. In AllianceBernstein non prevedono, nel breve termine, un’inflazione significativa e sostenuta, né un drastico aumento dei tassi d’interesse. Se pure l’inflazione dovesse fare il suo ingresso per effetto di un’accelerazione della crescita economica globale nella seconda metà dell’anno, spiegano, le autorità non consentirebbero un aumento eccessivo e rapido dei tassi per non mettere a repentaglio la ripresa. Le attese sono dunque di rendimenti ancora bassi per tutto il 2021, ma questo non vuol dire, avvertono, che ci si possa rilassare e indicano tre aggiustamenti dei portafogli obbligazionari che gli investitori dovrebbero considerare.

RIDURRE LA DURATION, MA NON TROPPO

La prima mossa è limitare la duration del portafoglio, ovvero la sensibilità alle variazioni dei tassi di interesse, per ridurre le perdite nell’ipotesi di un rialzo dei tassi; una moderata riduzione della duration può inoltre rappresentare un’efficace copertura contro il rischio di inflazione. Non è il caso, tuttavia, di restare liquidi o di ridurre drasticamente la duration, in primo luogo perché si rinuncerebbe alle obbligazioni che generano reddito e poi perché i titoli di Stato che offrono duration servono a compensare le perdite legate al credito e alle azioni, anche quando i rendimenti obbligazionari sono bassi o negativi…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.