Capital Group fa gli esempi di bancari e energetici alle prese con fintech e rinnovabili e di una digitalizzazione sempre più pervasiva e infrasettoriale per mettere in discussione lo schema della rotazione
I rendimenti costantemente deboli sulle azioni value nell’ultimo decennio hanno spinto molti investitori a riconsiderare le strategie. Dalla crisi finanziaria globale, per ben otto volte le azioni value hanno sovraperformato le controparti growth nell’arco di un mese o più, ma questi movimenti non sono sfociati in un ritorno in auge dei value e non si può prevedere se l’attuale ciclo durerà. Nisha Thakrar, Specialista di Capital Group, ha identificato quattro cambiamenti di lungo corso che hanno contribuito ad aumentare i rischi all’interno della dinamica value-growth, ritenendo che gli sviluppi di mercato potrebbero andare ben oltre una semplice rotazione. Invece di posizionarsi per cogliere la direzione della rotazione, l’esperta di Capital Group pensa che possa essere più conveniente spaziare nell’intero universo growth e value per identificare i titoli che possono generare reddito e apprezzamento del capitale.
CALO STRUTTURALE DEI SETTORI VALUE
Thakrar parte dalla considerazione che i settori ad alto tasso di titoli value sono in calo strutturale, come banche e energetici, i primi penalizzati da tassi bassi, regolamentazioni e irruzione del fintech, e i secondi dall’attenzione crescente degli investitori alle questioni ESG, il che potrebbe però anche fare da catalizzatore per una transizione energetica più decisa. L’esperta di Capital Group analizza poi la quarta rivoluzione industriale della digitalizzazione, che ha diviso vincitori e vinti. I Big Tech hanno aperto la strada con progressi tecnologici chiave, ma la trasformazione digitale è ancora all’inizio. Il mercato globale dell’e-commerce vale 4.000 miliardi di dollari ma è ancora solo il 18% delle vendite al dettaglio del 2020…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.