Il cartello dei Paesi esportatori di petrolio ha rivisto le stime per la domanda di greggio nel 2022. Reagisce positivamente Eni, contrastate le altre società del settore
L’organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio ha rivisto al rialzo le previsioni per la domanda mondiale di greggio nel 2022, quando i consumi di combustibili torneranno ai livelli pre-pandemici. Nel suo outlook mensile, l’Opec ha stimato che nel 2021 la domanda globale di greggio aumenterà di 5,96 milioni di barili, o del 6,6%, rispettando le stime fornite ad agosto. Le previsioni per il 2022, invece, sono state riviste a 4,15 milioni di barili giornalieri, in confronto ai 3,28 milioni di barili previsti nel rapporto di agosto e alle attese di 4,2 milioni di barili fornite durante l’ultimo meeting del gruppo l’1 settembre. In totale, la richiesta di greggio nel prossimo anno dovrebbe salire a 100,83 milioni di barili giornalieri.
STIME TAGLIATE PER ULTIMO TRIMESTRE
Il cartello ha tuttavia limato le previsioni per la domanda nei tre mesi finali del 2021, citando le incertezze legate alla variante Delta e alle possibili conseguenze sui trasporti. Come si legge nel report Opec, “Il rischio del Covid-19, alimentato principalmente dalla variante Delta, sta offuscando le prospettive per la domanda di greggio in vista dell’ultimo trimestre dell’anno”. La domanda per la seconda metà del 2021 è stata “rivista leggermente al ribasso, rinviando parzialmente la ripresa della domanda di greggio alla prima metà del 2022″. Per ottobre/dicembre, la domanda dovrebbe attestarsi sui 99,70 milioni di barili, 110.000 barili in meno rispetto alle precedente outlook…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.