S&P 500, pullback prevedibile o effetto Omicron?

Di seguito, un’analisi sul ribasso di venerdì e i livelli di supporto del principale indice azionario statunitense

S&P 500, pullback prevedibile o effetto Omicron?
4' di lettura

È naturale voler cercare di trovare un significato al movimento dei prezzi: dopotutto, più pensiamo di sapere, meglio potremmo essere posizionati per trarne profitto.

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Tuttavia, questa logica tende a essere controintuitiva quando si tratta dei mercati finanziari.

In realtà, quando si investe bene è vero il contrario, in particolare come persone comuni che gestiscono i propri fondi e il proprio portafoglio: meno cerchiamo di capire perché e più ci concentriamo sui grafici e seguiamo le tendenze a lungo termine, maggiore è il profitto che possiamo realizzare.

Uno dei motivi principali di questo approccio è che gli investitori istituzionali spendono un sacco di soldi per ricevere le notizie in anticipo: queste notizie sono già state scambiate e messe in conto dal mercato quando le sentiamo, dunque cercare di dargli un senso è spesso inutile.

Inoltre, la tendenza rialzista in atto dal 2009 conferma che tutte le notizie, compresi i ribassi dell’anno scorso legati al COVID-19, vengono assorbite nella tendenza a lungo termine. Quella rialzista è l’unica posizione da adottare fino a quando i mercati non detteranno un trend diverso.

Avere una posizione rialzista significa usare la pazienza e lasciare che si verifichino questi cali temporanei prima che il mercato trovi supporto e si spinga ulteriormente verso nuovi massimi storici.

Dopo tutto, per un investitore esperto la pazienza è una qualità cruciale che spesso viene trascurata o sottovalutata.

Il calo di venerdì

Tornando alla scorsa settimana, sembra che il calo di venerdì 26 novembre sia stato attribuito alle notizie legate alla nuova variante del COVID-19, Omicron; potrebbe esserci un elemento di verità in questo.

Dopotutto, il COVID-19 ha inondato le prime pagine dei giornali da quando è apparso per la prima volta nel 2019, causando poi un crollo di mercato del 35% nella prima parte del 2020; eppure, da allora i mercati si sono ripresi di oltre il 100%.

Le possibilità che anche questi movimenti recenti vengano assorbiti nel trend rialzista a lungo termine sono alte. Fai molta attenzione al linguaggio che uso: parlo in termini di probabilità, non di certezze. Non ci sono garanzie in questo gioco.

Se andiamo nella direzione del trend consolidato, abbiamo maggiori possibilità di profitto a lungo termine. Questo approccio è in linea con uno dei fondamenti del buon investimento: il trend è tuo amico finché non è finito.

La capacità di un investitore è quella di determinare la differenza fra un pullback e una completa inversione di tendenza; come spesso accade, ogni volta che c’è un calo di mercato i nostri mezzi di comunicazione ricorreranno alla solita retorica della fine del mondo.

Per adottare un approccio obiettivo, mi concentro sul prezzo in relazione ai livelli di supporto cruciali in un trend rialzista.

L’S&P 500 e i livelli di supporto

Di seguito, l’arco temporale giornaliero dell’indice S&P 500.

Ho segnato il massimo di settembre, quando il prezzo ha attraversato i consueti cali stagionali che ci aspettiamo in questo periodo dell’anno; la storia, infatti, dimostra che settembre è il mese più debole dell’anno.

Il prezzo, come dovremmo aspettarci andando nella direzione del trend, ha trovato supporto, si è ripreso e poi ad ottobre ha rotto al rialzo, continuando a registrare nuovi massimi storici.

Guardando più da vicino questa struttura, il prezzo non è riuscito a testare nuovamente il massimo di settembre come resistenza trasformata in supporto. Quando il prezzo supera un livello con un retest, il pullback per completare il retest è spesso aggressivo.

Questo è ciò che stiamo vedendo per ora.

Finché il prezzo è in grado di restare al di sopra del massimo di settembre, è molto probabile che vedremo un breakout dei prezzi e che registreremo ulteriori nuovi massimi storici, poiché l’indice mira alla cifra tonda dei 5.000 punti.

Ora mi sto concentrando su come finirà il mese di novembre, e mi aspetto di vedere un rally di Natale man mano che ci avviciniamo alla fine dell’anno; se il prezzo aumenterà, continuerò ad aggiungere posizioni rialziste sui titoli maggiormente performanti del mio portafoglio.

Se il prezzo invece diminuirà, ho il mio piano di gestione delle uscite e reagirò di conseguenza.

Per ora, sto applicando la pazienza e lascerò che sia il prezzo a dettare la linea d’azione da intraprendere.