Un ridotto studio in Sudafrica mostra che la variante Omicron del coronavirus può parzialmente eludere la protezione data da due dosi del vaccino anti-Covid di Pfizer Inc (NYSE:PFE) / BioNTech SE (NASDAQ:BNTX), ma lo studio ha anche dimostrato che, analizzando il sangue di coloro che avevano ricevuto due dosi del vaccino e che avevano avuto una precedente infezione, questi sono stati prevalentemente in grado di neutralizzare la variante, suggerendo così che le dosi di richiamo del vaccino potrebbero aiutare a difendersi dall’infezione.
Cosa è successo
I ricercatori dell’Africa Health Research Institute di Durban, in Sudafrica, hanno scoperto che Omicron ha provocato una riduzione di 41 volte dei livelli di anticorpi neutralizzanti dopo due dosi di vaccino Pfizer/BioNTech.
Alex Sigal, un professore dell’istituto, ha dichiarato su Twitter che c’è stato “un calo molto grande” nella neutralizzazione della variante Omicron rispetto a un precedente ceppo di COVID-19.
Il team ha testato 14 campioni di plasma sanguigno raccolti da 12 persone precedentemente vaccinate con il vaccino Pfizer/BioNTech, 6 delle quali erano state precedentemente infettate.
I dati preliminari nel manoscritto non sono ancora stati sottoposti a revisione paritaria.
Leggi anche: Presidente Moderna prevede ‘riavvio’ vaccini esistenti
Perché è importante
L’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, ha affermato che, se necessario, l’azienda potrebbe sviluppare un vaccino mirato alla variante Omicron entro marzo 2022.
Bourla ha affermato che ci vorranno alcune settimane per ottenere dati più definitivi sul se gli attuali vaccini forniscano una protezione sufficiente contro la variante.
Oltre allo studio sudafricano, le società hanno anche pubblicato i dati dello studio iniziale di laboratorio che dimostrano come tre dosi del vaccino anti-Covid di Pfizer-BioNTech abbiano neutralizzato la variante Omicron.
I sieri ottenuti dalle persone un mese dopo che hanno ricevuto il vaccino di richiamo mostrano una neutralizzazione della variante Omicron a livelli paragonabili a quelli raggiunti contro la proteina spike del ceppo selvatico dopo due dosi.
Ma i dati hanno mostrato, in media, una riduzione di oltre 25 volte nei titoli di neutralizzazione contro la variante Omicron rispetto al ceppo selvatico.
Dato che la maggior parte degli epitopi presi di mira dalle cellule T indotte dal vaccino non sono influenzati dalle mutazioni di Omicron, le aziende ritengono che gli individui vaccinati possano comunque essere protetti contro le forme gravi della malattia.
Movimento dei prezzi
All’ultimo controllo, nella sessione pre-market di mercoledì, le azioni BNTX erano in calo dell’1,38% a 298,50 dollari, mentre le azioni PFE guadagnavano lo 0,75% a 52,11 dollari.
Foto di x3 da Pixabay