Gestire l’equilibrio tra aumento del rischio, generazione di flussi di cassa adeguati e conservazione della base patrimoniale diventa sempre più complesso
Invecchiamento demografico, aumento dell’inflazione, rigida regolamentazione, e calo dei tassi di interesse. Sono i quattro fattori che hanno gravemente danneggiato la sostenibilità finanziaria delle pensioni a prestazione definita. Cioè dei fondi pensione i cui versamenti vengono periodicamente adeguati dai lavoratori al fine di costituire una rendita di ammontare predeterminato.
UNA NUOVA RICERCA CREATE-RESEARCH E AMUNDI
A rivelarlo è una nuova ricerca pubblicata da CREATE-Research e Amundi, che ha coinvolto 152 piani pensionistici a prestazione definita in 17 mercati in Europa che gestiscono collettivamente asset per 2.100 miliardi di euro. “I piani pensionistici a prestazione definita si trovano in un circolo vizioso: non possono permettersi di assumere dei rischi in presenza di deficit persistenti in un piano che si approssima alla scadenza, ma non possono ridurre i deficit senza assumersi dei rischi. Il drammatico calo dei tassi di interesse nell’ultimo decennio ha peggiorato le cose”, fanno sapere gli esperti di Amundi…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.