Il founder Marzio F. Schena spiega come si può guadagnare fino al 10% all’anno comprando una parte dei diritti d’autore del cantante preferito
Nel 1997 David Bowie raccolse 55 milioni di dollari con quelli che sono passati alla storia come i Bowie Bond, ossia delle obbligazioni a 10 anni sui diritti d’autore dei 25 album registrati prima del 1990. L’investimento avrebbe dovuto far guadagnare il 7,9% agli investitori. Poi arrivò il boom del peer to peer e l’industria discografica entrò in crisi, compresa la schiera dei Celebry bond. Ma il binomio musica e finanza è tornato d’attualità dal 2014, quando lo streaming legale ha cambiato, di fatto, il modello di business. E la musica oggi si può considerare a tutti gli effetti una asset class alternativa, alla stregua di arte e vini da investimento.
LA MUSICA COME ASSET CLASS ALTERNATIVA
“Da circa tre anni si comincia a parlare di musica come asset class alternativa”, spiega a Financialounge.com Marzio F. Schena, founder e ceo di ANote. “A noi l’idea è venuta ascoltando Sanremo, ci siamo chiesti: chi vincerà? Ma soprattutto, cosa succederà dopo alla canzone”. Era il 2017 e a trionfare fu Occidentali’s Karma di Francesco Gabbani: previsione azzeccata…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.