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    Homepage » Le microimprese cercano banche che “pensino in piccolo”

    Le microimprese cercano banche che “pensino in piccolo”

    Elizabeth WalkerBy Elizabeth Walker23/01/2022 Altri Mercati 5 min. di lettura
    Le microimprese cercano banche che “pensino in piccolo”
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    Questo post contiene contenuti pubblicitari sponsorizzati. Questo contenuto è solo a scopo informativo e non intende essere un consiglio di investimento.

    Con i notiziari costantemente incentrati sulle Amazon, i Walmart e le Apple del mondo, è facile perdere di vista l’impatto che le piccole imprese hanno sull’economia e le comunità degli Stati Uniti. Con le difficoltà degli ultimi due anni, ogni volta che la stampa si concentra sulle piccole imprese le storie tendono ad essere negative: aziende che falliscono a causa del COVID-19, piccole imprese che chiudono per carenza di personale e così via. Eppure, nonostante queste difficoltà, oggi vengono fondate piccole imprese a un ritmo senza precedenti.

    Secondo un report del 2020 della US Small Business Administration, le piccole imprese rappresentano il 44% dell’attività economica degli Stati Uniti e impiegano più di 60 milioni di persone – quasi metà della forza lavoro del settore privato – e si prevede che queste cifre non faranno che aumentare. L’aumento è dovuto a nuovi modelli di business e una comprensione diversa di ciò che costituisce un’attività economica. Man mano che ci abituiamo a quest’era digitale del lavoro a distanza, le piccole imprese compatibili con il lavoro da remoto sono in ascesa, comprese le attività di e-commerce in stile Etsy e gli imprenditori influencer che guadagnano con le pubblicità riprodotte prima e dopo i loro video. Le microimprese, ovvero le imprese gestite da meno di nove persone, stanno ridefinendo il modo in cui concepiamo la “piccola impresa”, e il loro innovativo marchio di imprenditorialità ha la capacità di produrre un grande impatto, ma solo se queste riusciranno a ottenere il sostegno necessario per decollare.

    L’innovazione si accompagna sempre a un periodo di adattamento; molti proprietari di microimprese, così come liberi professionisti e ‘gigster’, stanno diventando un gruppo di lavoro più diffuso nell’attuale clima economico. Questi professionisti hanno però a che fare con gli aspetti negativi della fiorente economia dei ‘creator’: i nuovi imprenditori e professionisti indipendenti dipendono infatti dalle istituzioni finanziarie (soprattutto nelle prime fasi operative) allo stesso modo in cui le attività su larga scala dipendono dai finanziamenti delle società di venture capital; tra l’economia fluttuante e la percepita instabilità delle microimprese, dei gig worker e degli imprenditori influencer, purtroppo le esigenze di questi gruppi non vengono sufficientemente soddisfatte dal settore finanziario.

    La buona notizia? Man mano che queste piccole, micro e gig imprese crescono di numero, gli imprenditori finanziari si stanno facendo avanti per soddisfare le loro esigenze.

    Quando Thomson Nguyen, CEO dell’online banking online banking Nearside, ha fondato la piattaforma, l’intenzione specifica era quella di soddisfare il mercato di imprenditori svantaggiati. Laddove le istituzioni finanziarie tradizionali aggiungono commissioni e restrizioni ai prodotti bancari per i clienti meno stabili (leggi: nuovi, piccoli o non convenzionali), Nearside fa esattamente il contrario: dall’offerta di conti correnti gratuiti per piccole imprese senza commissioni mensili, di scoperto o di prelievo al bancomat fino a un cashback illimitato del 2,2% previsto dal programma di carte di debito 2022, Nearside offre ai nuovi imprenditori e alle piccole imprese i tipi di prodotti finanziari che le grandi banche riservano alle grandi imprese.

    Un vantaggio collaterale derivante dal soddisfare le esigenze delle comunità svantaggiate è l’aumento della diversità e della rappresentanza nel mercato: i dati emersi da un sondaggio della Federal Reserve hanno rilevato che le piccole imprese di proprietà di minoranze etniche hanno meno probabilità di ricevere tutti i finanziamenti di cui hanno bisogno rispetto alle imprese di proprietà di bianchi; Nearside spera che il loro modello bancario contribuisca a cambiare questa situazione. E non sono gli unici.

    FIS, una delle maggiori fintech al mondo, ha contribuito a lanciare Greenwood, una piattaforma di digital banking per imprenditori neri e latini: l’anno scorso la loro piattaforma di prestito in tempo reale ha aiutato oltre 150.000 piccole imprese a ottenere prestiti per 13,9 miliardi di dollari. Inoltre, il nuovo investimento da 150 milioni di dollari di FIS in FIS VentureLabs sta aiutando a coltivare e a responsabilizzare la nuova generazione di variegate idee imprenditoriali nel settore bancario: il primo risultato di FIS VentureLabs è stato GoCart, un’impresa che permette ai suoi clienti di effettuare acquisti con un solo clic, eliminando così l’attrito e il fastidio che causano l’abbandono del 50% dei carrelli per gli acquisti online.

    Man mano che la nostra forza lavoro e il futuro del business continuano a evolversi e ad adattarsi, le istituzioni finanziarie dovranno valutare i loro modelli bancari per determinare se stanno perdendo l’opportunità di lavorare con imprese redditizie; la buona notizia è che le piccole e le microimprese, insieme ai liberi professionisti e agli imprenditori gig e influencer, non dovranno aspettare che le J.P. Morgan e la Bank of America del mondo si mettano in pari, poiché alcuni gruppi di servizi finanziari stanno già “pensando in piccolo”.

    Immagine proveniente da Unsplash

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