Le azioni di Netflix (NASDAQ:NFLX) sono crollate del 30% da inizio anno, in maniera analoga ad altri nomi del tech che hanno dovuto affrontare enormi pressioni al ribasso; per informazione, NFLX è in calo del 37% dal suo massimo storico di novembre 2021.
Due importanti eventi hanno intaccato i guadagni realizzati dal titolo NFLX nel 2021. Il primo è il calo di fiducia da parte degli investitori nei titoli growth a fronte dell’incombente aumento dei tassi di interesse; ma forse è il secondo fattore ad aver avuto un impatto maggiore, ovvero il tiepido report degli utili.
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Due settimane fa, dopo che Netflix ha pubblicato la relazione sugli utili del quarto trimestre 2021, le azioni della società hanno subito un pesante sell-off; il report trimestrale ha rilevato che il ritmo con cui Netflix acquisisce abbonati sta rallentando. In genere una dichiarazione di questo tipo spaventa gli investitori Netflix, i quali sostengono fermamente che la piattaforma di streaming abbia ancora molto spazio per crescere e ridurre il suo rapporto prezzo-utili (P/E).
Prima che il prezzo delle azioni di Netflix scendesse del 30%, il suo rapporto P/E era di circa 60; allo stato attuale, con le azioni che scambiano a 429,48 dollari per azione, il suo rapporto P/E è di circa 38.
Netflix finalmente ammette che sta affrontando una concorrenza più agguerrita
Netflix ha finalmente svelato che la concorrenza sta danneggiando la crescita degli abbonati, una mossa che solitamente l’azienda evita di fare; è stata questa ammissione ad aver colto alla sprovvista molti investitori.
Negli ultimi tre anni Netflix ha dovuto fare i conti con un’ondata di concorrenti che sono entrati nel mercato dello streaming, come Apple TV+, Disney+, Peacock, HBO Max e Paramount+ (in ordine di apparizione).
Il penultimo competitor dell’elenco, HBO Max, negli ultimi tempi è risultato quello in più rapida crescita, superando Netflix e ottenendo 73,8 milioni di nuovi abbonati l’anno scorso.
Allo stesso modo, Netflix soffre poiché i servizi di streaming più vecchi stanno migliorando le loro librerie e intensificano gli investimenti nella creazione di contenuti; uno di questi concorrenti, Amazon Prime, nel 2020 ha aumentato la spesa per i contenuti del 41% rispetto all’anno precedente a 11 miliardi di dollari; di recente, sempre Amazon, ha anche offerto 8,5 miliardi di dollari per acquisire MGM Studios e il suo catalogo di contenuti.
Il 2022 sembra essere un anno cruciale per lo streaming
Il 2022 sarà l’anno in cui i consumatori inizieranno a rinunciare ai numerosi servizi di streaming a cui sono abbonati? Con l’aumento dei prezzi, il risultato probabile potrebbe essere proprio questo.
Su questo versante Netflix potrebbe essere in svantaggio, avendo recentemente aumentato il prezzo del suo servizio a 15,50 dollari al mese per il pacchetto standard; ora Netflix è più costoso di HBO Max (un servizio maggiormente ‘premium’) in questa fascia di prezzo.
Un fattore che potrebbe influenzare il prezzo delle azioni Netflix nel corso dell’anno è il possibile aumento dei prezzi da parte della concorrenza. Innanzitutto si può prevedere che Disney+ incrementi i suoi prezzi prima di giugno, poiché i prezzi stracciati introdotti l’anno scorso diventano sempre più insostenibili; tuttavia, il suo tentativo di raggiungere ambiziosi obiettivi di crescita potrebbe ritardare gli aumenti di prezzo da parte dell’azienda.
Se i prezzi dei diversi servizi di streaming diventeranno più equilibrati fra loro, a quel punto il fattore decisivo per i consumatori saranno i contenuti. In questo scenario, Netflix — e il prezzo delle sue azioni — saranno in una posizione migliore poiché i consumatori preferiscono di gran lunga i contenuti Netflix rispetto a quelli dei servizi rivali: nel 2021, nonostante i competitor abbiano erogato molti fondi nella creazione di contenuti, Netflix ha infatti ospitato 14 dei 15 film e serie tv risultati più popolari fra il pubblico.