Sulla base dei soli flussi commerciali, Pechino ha molto da perdere dopo la videochiamata di quasi due ore tenutasi venerdì tra il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden e l’omologo cinese Xi Jinping; la Casa Bianca ha confermato che le sanzioni alla Cina restano un’opzione sul tavolo.
Secondo i dati sul commercio esaminati da Reuters, gli interessi economici della Cina rimangono orientati verso le democrazie occidentali; questo nonostante i crescenti legami commerciali con il Sud-est asiatico e un’economia meno dipendente dal commercio negli ultimi dieci anni.
Secondo gli analisti, schierarsi con la Russia avrebbe poco senso economico per la Cina, poiché gli Stati Uniti e l’Unione Europea consumano più di un terzo delle sue esportazioni.
Si tratta di un calo rispetto a quasi la metà delle esportazioni cinesi di quasi due decenni fa, ma la quota si è mantenuta relativamente costante dal 2014, quando la Russia ha annesso la regione ucraina della Crimea.
Sulla base dei dati di UN Comtrade, nel 2020 la Cina ha esportato nei soli Stati Uniti dieci volte più cellulari, per valore, a quota 32,4 miliardi di dollari.
Le importazioni cinesi dalla Russia sono dominate dal petrolio; con 27 miliardi di dollari nel 2020, l’import di greggio e di altri tipi di petrolio è ben superiore rispetto a tutte le altre importazioni dalla Russia, costituite principalmente da materie prime.
Sebbene gli Stati Uniti abbiano vietato le importazioni energetiche russe, le sanzioni occidentali non hanno preso di mira specificamente le esportazioni di petrolio e gas della Russia.
Ma le sanzioni a guida statunitense alle banche russe, che vietano le transazioni in dollari, hanno ostacolato la capacità della Cina di fornire finanziamenti commerciali per il petrolio russo.
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Foto tramite Pixabay