Dopo il dieselgate, non finiscono i guai per Volkswagen

Secondo la Corte di giustizia europea, Volkswagen non è legittimata a usare un software che modifica le emissioni di gas inquinanti, nemmeno a scopo di proteggere i componenti auto  

Corte UE: non finiscono i guai per Volkswagen
2' di lettura

Come riporta Bloomberg, Volkswagen AG (OTC:VWAGY) ha subito una battuta d’arresto presso la corte suprema dell’Unione Europea per il suo diritto di implementare una tecnologia software che protegge i componenti dell’auto da danni a determinate temperature e altitudini.

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Nella controversia emersa all’indomani dello scandalo dei motori diesel, i giudici della Corte di giustizia europea hanno affermato che non vi è alcuna esenzione dalle normative UE per l’uso di software che modificano le emissioni di gas inquinanti nelle auto in base alla temperatura esterna.

La sentenza apre le porte a possibili azioni legali di risarcimento per i contratti di vendita delle auto interessate.

“Il software nei veicoli diesel che riduce l’efficacia del sistema di controllo delle emissioni a temperature normali durante la maggior parte dell’anno costituisce un dispositivo di manipolazione proibito”, ha affermato il tribunale dell’UE. 

“Poiché tale inadempimento del veicolo non è di lieve entità, la risoluzione del contratto di vendita del veicolo non è, in linea di principio, preclusa”.

Volkswagen ha insistito sul fatto che l’uso di finestre termiche è in linea con le regole dell’Unione Europea, dato che il suo obiettivo è proteggere il motore dell’auto da danni improvvisi e imprevedibili. Nonostante la sentenza, la casa automobilistica tedesca continua a sostenere che tale software resti legale.

VW sostiene che il ricircolo dei gas di scarico nei suoi veicoli con motore diesel EA189 è attivo “per la maggior parte dell’anno”, poiché viene disattivato solo se la temperatura esterna scende al di sotto dei 10 gradi Celsius. 

La Corte ha invece sostenuto che il dispositivo in questione disattiva il meccanismo di ricircolo a temperature inferiori a 15 gradi Celsius, rendendolo illegale perché non funziona “per la maggior parte dell’anno”.

Foto tramite Wikimedia Commons

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