Il Registro delle Opposizioni fermerà la crescita dei call-center?

Nemmeno il nuovo RPO aperto anche ai numeri dei cellulari sembra poter arrestare un business ormai in netta crescita da diversi anni

3' di lettura

Ieri in Italia è entrato in vigore il nuovo Registro delle Opposizioni, che consente di inserire anche il proprio numero di cellulare nelle liste dei numeri che non andrebbero chiamati dai call-center. 

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L’obiettivo del Registro delle Opposizioni

Secondo il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) il nuovo registro servirebbe contro il telemarketing selvaggio, e sarebbe rivolto ai “cittadini che intendono tutelare la propria privacy da attività promozionali invasive ed indesiderate”. 

Infatti l’iscrizione al Registro Pubblico delle Opposizioni (RPO) annulla il consenso all’utilizzo dei dati telefonici degli utenti da parte degli operatori. Questi, in teoria, sono obbligati a consultare l’RPO prima dell’avvio di ogni campagna pubblicitaria, così da sapere quali numeri non dovrebbero chiamare a causa della mancanza del consenso da parte dei loro proprietari a ricevere chiamate promozionali o pubblicitarie. 

Il MiSE dice esplicitamente che i cittadini iscritti negli elenchi dell’RPO “non potranno più essere contattati dall’operatore di telemarketing, a meno che quest’ultimo non abbia ottenuto specifico consenso all’utilizzo dei dati successivamente alla data di iscrizione oppure nell’ambito di un contratto in essere o cessato da non più di trenta giorni”. 

I call-center hanno pertanto due scappatoie

La prima, banale, è che possono semplicemente scegliere di ignorare gli elenchi dell’RPO. Questo è ciò che presumibilmente faranno molti operatori esteri, nei confronti dei quali diventa piuttosto difficile imporre il rispetto della legge italiana. 

La seconda è che gli operatori che rispettano tale normativa possono sempre farsi concedere in altro modo il consenso dell’utente ad effettuare nei suoi confronti chiamate pubblicitarie o promozionali. Una volta ottenuto il suo consenso possono chiamarlo anche se il suo numero risulta iscritto all’RPO. 

Un business in continua crescita

Non è quindi strano più di tanto il fatto che il business dei call-center sia in crescita, e si prevede che lo sarà anche nei prossimi anni. 

Secondo i dati riportati da TrueNumbers, il giro d’affari del business dei call-center in Italia potrebbe arrivare a sfiorare i 3 miliardi nel 2027. Queste previsioni affermano che il giro d’affari dei call-center in Italia non diminuirà mai nei prossimi anni, perlomeno fino a quando sono disponibili stime a riguardo. 

TrueNumbers afferma che nel 2018 in Italia c’erano circa duemila aziende che lavoravano nel settore dei call-center, con circa 23.000 dipendenti

Un recente report di Studio Ambrosetti definisce i call-center in Italia un settore vivace ed in movimento, con importanti prospettive di crescita. Il fatturato complessivo supera i 2,8 miliardi di euro, ma arriva a 6 miliardi se si considera anche quello indiretto con un valore aggiunto di 3,1 miliardi.

Il settore risulta essere in continua crescita fin dal 2014, tanto da dimostrarsi estremamente resiliente anche durante la pandemia, quando il fatturato crebbe del +7,7%.

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