Borsa di Milano in ripresa, ma le aziende fuggono

47 miliardi di capitalizzazione persa in sette mesi a causa della fuga delle aziende

3' di lettura

A partire da metà luglio la borsa di Milano sembra essere in ripresa. 

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Infatti l’indice FTMIB dopo aver toccato il picco minimo annuale il 14 luglio, poco sopra i 20.000 punti, nei trenta giorni seguenti è salito fino a superare i 23.000 punti. Si tratta di un rialzo cumulato del 15% nel giro di un mese, tanto da far presupporre che il peggio potrebbe essere passato. 

Sebbene in realtà il rischio di ulteriori ribassi ci sia, vista anche la situazione macro che non sembra in grande miglioramento, iniziano a circolare alcune ipotesi secondo cui sarebbe in atto un vero e proprio rimbalzo. 

L’opinione degli analisti

Gli analisti infatti fanno notare che gli attuali livelli sono molto vicini ad alcune importanti resistenze, come ad esempio la media a 200 mensile a quota 23.075 punti, e la media a 100 giornaliera a quota 23.155. 

L’ipotesi è che se l’indice riuscisse a sfondare queste resistenze potrebbe riuscire a salire ancora. 

Va ricordato che fino ad inizio giugno il livello dell’FTMIB era superiore ai 24.000 punti, quindi non è affatto assurdo immaginare che possa salire ben oltre i 23.155 punti qualora sfondasse le principali resistenze. 

Anzi, fino a febbraio era ancora addirittura sopra i 27.000 punti, sebbene poi in seguito lo scoppio della guerra in Ucraina abbia fatto precipitare la situazione. 

Il trader indipendente Roberto Scudeletti in una recente intervista ha però evidenziato come un eventuale superamento della fascia compresa tra 23.935 e 24.125 punti potrebbe però far tornare a prevalere le vendite. Si tratta infatti proprio della fascia all’interno della quale l’indice oscillava prima dell’ultimo importante crollo, ovvero quello del 10 giugno. 

Il rischio delisting

Nel frattempo circolano notizie relative all’intenzione di diverse aziende quotate a Milano di delistarsi o di spostarsi su altre borse. In questo momento non sembra che eventuali nuovi listing, come quello delle azioni Prada già quotate a Hong Kong, possano sopperire a questa specie di fuga già in atto. 

In effetti la parola più utilizzata per descrivere questo fenomeno è proprio, non a caso, “fuga”, con il caso Tod’s sopra di tutti. Il possibile delisting della società, dopo 22 anni di quotazione, è l’emblema stesso di questa fuga dalla borsa di Milano, anche se non si tratta di una migrazione verso altri lidi ma di un’uscita totale dalle borse. 

Secondo una recente elaborazione di Sky TG24, nei primi sette mesi del 2022 la borsa di Milano ha perso oltre 47 miliardi di euro di capitalizzazione complessiva, a causa di titoli delistati o in attesa di esserlo. Infatti le numerose aziende che sono entrate sono mediamente di piccole dimensioni, non riuscendo quindi a compensare le uscite. 

Di sicuro ha contribuito in modo significativo il crollo dei valori dai massimi di novembre, dato che ad esempio la perdita cumulata dell’indice FTMIB fino al picco minimo di metà luglio è stata del 72% in poco più di otto mesi. D’altro canto sembra anche che la “moda” di andare in borsa stia momentaneamente perdendo di fascino in Italia. 

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