Google ha addestrato Bard con i dati di ChatGPT?

Si aggiunge un nuovo capitolo nella sfida tra i colossi tech per l'intelligenza artificiale e questa volta è Google che copia, ma male

Google ha addestrato Bard con i dati di ChatGPT?
2' di lettura

Alphabet Inc. (NASDAQ:GOOG) (NASDAQ:GOOGL) avrebbe confutato le accuse riguardanti il fatto di avere addestrato il suo chatbot, Bard, utilizzando i dati di ChatGPT di OpenAI, la tecnologia alla base di Bing Chat di Microsoft Corporation (NASDAQ:MSFT). 

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Cosa è successo

Google ha negato le accuse sul fatto di essersi servito dei dati di ChatGPT di OpenAI, raccolti in un sito web chiamato ShareGPT. 

«Bard non è stato addestrato su alcun dato proveniente da ShareGPT o ChatGPT», ha riferito a The Verge il portavoce dell’azienda Chris Pappas.  

Le accuse erano state precedentemente riportate da The Information, secondo cui anche un ex ricercatore di intelligenza artificiale di Google si era opposto all’utilizzo dei dati.

Secondo il rapporto, Jacob Devlin, un ingegnere di intelligenza artificiale di Google, ha lasciato l’azienda ed è entrato in OpenAI dopo aver tentato di avvertire il CEO Sundar Pichai e altri dirigenti senior che Bard stava utilizzando i dati di ChatGPT. 

Devlin ha quindi avvertito Google che risposte troppo simili andrebbero in diretta violazione dei termini di servizio di OpenAI. 

L’azienda ha quindi smesso di utilizzare i dati dopo l’avvertimento, osserva il rapporto, citando una fonte. 

Al momento della pubblicazione, Google non aveva risposto alla richiesta di commenti da parte di Benzinga. 

Perché è importante

Durante un evento di lancio a febbraio, Google ha mostrato che Bard è capace di fornire testi in risposta alle domande invece dei vecchi risultati di ricerca. 

Tuttavia, durante una dimostrazione, Bard ha fornito una risposta errata, provocando una reazione da parte del pubblico e scatenando un dibattito sull’accuratezza del chatbot.

Una settimana dopo Google ha chiesto ai suoi dipendenti di fare da tutor personali al chatbot, dicendo che «impara meglio dall’esempio». 

La settimana scorsa, Google ha aperto l’accesso a Bard, ma il bot basato sull’intelligenza artificiale non è riuscito a impressionare i netizen e gli esperti di tecnologia ed è considerato nettamente inferiore alla chat di Bing.