La lezione degli anni ’70 e ’80: più grandi lo shock e i rischi, maggiori i potenziali guadagni

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AllianzGI, nell’outlook settimanale di Thomas Tilse, Director, Head of Portfolio Strategy, Private Clients, ricorda il rimbalzo azionario di 40 anni. Ma le banche centrali devono osare come allora Paul Volcker

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L’esperienza degli anni ’70 e ’80 è utile per valutare l’impatto dell’attuale alta inflazione elevata sui mercati finanziari. Come oggi l’inflazione si era impennata per uno shock dei prezzi dell’energia e la Fed intervenne per riportarla sotto controllo. Subito dopo i mercati azionari subirono forti correzioni, ma ripresero a salire non appena avuta la sensazione che tassi e inflazione avessero superato il picco, nonostante i dati macro e gli utili societari non supportassero l’inversione del sentiment e anzi suggerivano una netta decelerazione dell’economia e aumento delle pressioni sugli utili.

I MERCATI AZIONARI CERCANO DI ANTICIPARE

Nel weekly outlook di Allianz Global Investors, Thomas Tilse, Director, Head of Portfolio Strategy, Private Clients, traccia un parallento ricordando che nella recessione del 1974, gli indicatori del sentiment, come gli indici PMI, raggiunsero i minimi solo circa 6 mesi dopo i primi segnali di ripresa dei mercati azionari, mentre anche gli utili continuarono a diminuire in modo significativo. Questa è la prima lezione che Tilse trae dagli anni ’70 e ’80: i mercati azionari cercano di anticipare gli sviluppi reali. Forti shock inflazionistici appesantiscono il clima al punto che gli investitori tirano un sospiro di sollievo quando ritengono che l’inflazione abbia superato il picco, che indica l’inizio della ripresa…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.