GAM: ridurre l’esposizione ai big Usa a favore di small-mid cap, Europa e Emergenti

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Carlo Benetti, Market Specialist di GAM SGR, vede mercati azionari sospesi tra un presente brioso e un “futuro imperscrutabile” e avverte sulla concentrazione arrivata ai massimi storici dell’indice S&P 500

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Resta l’ipotesi di una pausa della Fed ma non tagli imminenti dei tassi in quanto mancano ancora segnali di allentamento del mercato del lavoro, le condizioni generali dell’occupazione sono ancora vivaci, crescono i salari e la disoccupazione è su valori storicamente bassi. Altri segnali arrivano dall’andamento del mercato azionario americano. La concentrazione dell’indice S&P 500 è a livelli storici, le cinque società più importanti ne rappresentano quasi il 20%, le prime dieci il 30%, mentre nel 1985 le prime dieci società rappresentavano poco meno del 20% della capitalizzazione. I big tech sono tornati sugli scudi grazie alla prossimità della pausa nel ciclo dei tassi e soprattutto per le potenzialità dell’intelligenza artificiale.

VALUTAZIONI PIU’ RAGIONEVOLI IN EUROPA E NEGLI EMERGENTI

Sulla base di questo scenario di base e guardando al quadro complessivo, con l’asimmetria temporale “tra un presente brioso e un futuro imperscrutabile”, Carlo Benetti, Market Specialist di GAM SGR ritiene che gli investitori dovrebbero valutare la diminuzione dell’allocazione, anche passiva, nelle azioni americane, fortemente concentrate negli indici domestici e sovra rappresentate in quelli globali, e orientarsi verso le piccole e medie capitalizzazioni, l’Europa e i Mercati Emergenti dove le valutazioni esprimono più ragionevoli rapporti tra valutazioni e utili attesi (P/E)…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.