Le azioni di un’importante catena di fast food hanno avuto un’impennata sulle voci di una potenziale acquisizione da parte di una nota società di investimenti; tale mossa farebbe seguito a un 2021 frenetico, che ha visto diverse grandi transazioni nel settore. Ecco dunque uno sguardo ai possibili scenari sulle attività di fusione e acquisizione nel settore della ristorazione.
Cosa è successo
Un nuovo deposito normativo di Wendy’s Co (NASDAQ:WEN) ha mostrato che Trian Fund Management possiede il 19,4% di Wendy’s (insieme ai suoi partner); il fondo gestito da Nelson Peltz ha dichiarato nel deposito che valuterà l’ipotesi di una transazione, che potrebbe essere una fusione oppure un’acquisizione.
Una transazione che includa Wendy’s sarebbe una delle più grandi nel settore della ristorazione degli ultimi anni, data l’attuale capitalizzazione di mercato della società di 3,5 miliardi di dollari.
Mercoledì gli altri titoli del settore della ristorazione sono balzati sulla scia del possibile accordo per Wendy’s, con altre mosse possibili nel prossimo futuro.
L’anno scorso Jack in the Box (NASDAQ:JACK) ha acquisito Del Taco Restaurants, una società quotata in Borsa di cucina messicana.
Restaurant Brands International (NYSE:QSR) ha acquisito l’azienda privata Firehouse Subs.
Ecco alcuni titoli della ristorazione che potrebbero suscitare interesse in termini di fusioni o acquisizioni.
1. Papa Johns: la catena di pizzerie Papa Johns International (NASDAQ:PZZA) è stata per anni un candidato all’acquisizione, con il suo ex fondatore che ha persino suggerito che avrebbe comprato la società; la catena viene menzionata spesso, poiché la pizza è una parte del settore della ristorazione che ha visto una crescita decente nonostante si tratti di un mercato altamente competitivo.
Nel recente report del primo trimestre, Papa Johns ha registrato un fatturato di 542,7 milioni di dollari, in rialzo del 6% su base annua. Insieme alla crescita dei ricavi, la catena ha riferito di aver aperto 62 nuove unità nette nel trimestre e di aver aumentato i piani di apertura dei ristoranti; Papa Johns prevede che nell’anno fiscale 2022 verranno aperte 280-320 unità. In futuro, la catena punta a una crescita unitaria netta annua compresa tra il 6 e l’8%, incluso un accordo per l’apertura di oltre 1.350 negozi in Cina attraverso una nuova partnership.
Papa Johns ha chiuso il primo trimestre con 3.127 ristoranti negli Stati Uniti e 2.170 nei mercati internazionali; la società ha 608 sedi di proprietà negli Stati Uniti, mentre gran parte delle altre sono in franchising.
2. Bloomin’ Brands: proprietario del marchio di ristoranti Outback Steakhouse, Bloomin’ Brands (NASDAQ:BLMN) è stato un altro popolare obiettivo di acquisizione nel corso degli anni.Il portafoglio di marchi di casual dining della società potrebbe essere attraente per un investitore di private equity; Bloomin’ Brands ha oltre 1.450 ristoranti in 47 stati USA e 17 nazioni.
Nell’ultimo trimestre Bloomin’ Brands ha registrato un fatturato di 1,1 miliardi di dollari (+15,5% su base annua), con vendite comparabili in aumento del 36% negli Stati Uniti; la società ha migliorato le sue prospettive per l’intero anno sulla scia del report.
Bloomin’ Brands ha 1.163 sedi di proprietà dell’azienda e 287 sedi in franchising, che in futuro potrebbero rappresentare un’opportunità di sbloccare valore per un nuovo acquirente.
Le azioni BLMN scambiano a 19,05 dollari, vicino all’estremità inferiore dell’intervallo a 52 settimane compreso tra 17,27 e 30,40 dollari; con una capitalizzazione di mercato di 1,5 miliardi e il prezzo delle azioni in calo, questo potrebbe essere il momento giusto per qualcuno di fare una scommessa su questa società.
3. Brinker International: proprietario di Chili’s e Maggiano’s, Brinker International (NYSE:EAT) ha recentemente annunciato che il suo CEO Wyman Roberts andrà in pensione a giugno; Roberts ha guidato l’azienda dal 2013 e ha trascorso oltre 17 anni all’interno di Brinker. Una fase di transizione ai massimi livelli dirigenziali a volte può indurre a riflettere se sia il caso di procedere o meno con un’acquisizione o una fusione.
Brinker ha più di 1.600 ristoranti in 29 Paesi e recentemente ha anche lanciato diversi marchi virtuali, tra cui Its Just Wings.
4. BurgerFi: la catena di ‘better burger’ (ovvero hamburger di qualità premium serviti a un ritmo da fast food) BurgerFi (NASDAQ:BFI) si è quotata in Borsa tramite fusione SPAC alla fine del 2020. La società potrebbe essere una scommessa interessante per il proprietario di una società di ristorazione in cerca di esposizione al segmento ‘fast casual’ (ovvero catene dall’offerta qualitativamente superiore di prodotto, ambiente e servizio rispetto ai fast food), o per una catena relativamente piccola con margini di espansione.
Alla fine del 2021 BurgerFi ha acquisito Anthony’s Coal Fired Pizza & Wings per diversificare la propria attività, il che potrebbe fornire ad un’azienda di esperienza la possibilità di sbloccare del valore.
Nel primo trimestre 2022 la società ha aperto sei nuove sedi BurgerFi e intende lanciare 15-20 nuove sedi in questo anno fiscale.
BurgerFi ha 124 sedi, di cui 97 in franchising e 27 di proprietà; la società possiede anche altri 61 ristoranti al di fuori del marchio BurgerFi.
L’azienda è ben nota in alcuni stati USA ed è stato il principale marchio di Fast Casual nel 2021, nonché una delle catene di ristorazione in più rapida crescita degli USA nella categoria dei better burger.
5. Potbelly Corp: il marchio di paninoteche Potbelly Corp (NASDAQ:PBPB) si è quotato in Borsa nel 2013 a 14 dollari per azione; dopo un ottimo debutto sui mercati quotati, le azioni hanno subito un forte calo e ora scambiano a 5,17 dollari. Con una capitalizzazione di mercato di 147 milioni di dollari, la catena potrebbe apparire attraente per un’acquisizione o per una fusione con un altro marchio a un prezzo premium.
Nel primo trimestre Potbelly ha registrato una crescita delle vendite same-store pari al 24,4%, segnando il quarto trimestre consecutivo di vendite same-store positive; tali risultati sono stati dettati da una robusta crescita digitale, il che potrebbe rappresentare un segnale di ulteriore crescita. Nel primo trimestre il fatturato totale è aumentato del 26% a 98,2 milioni di dollari.
La società ha oltre 400 negozi di proprietà, il che potrebbe fare dell’azienda una scommessa per sbloccare valore da parte di un nuovo proprietario o partner nel passaggio a un modello in franchising.
Nota bene: l’autore ha una posizione long in azioni BFI.
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