Fed, Bce e molte altre stringono, il mercato prezza rialzi aggressivi, salgono i rendimenti dei titoli di Stato a livelli interessanti, che possono aiutare a traversare il guado di mercati azionari ancora esposti alle emozioni
Wall Street ha aperto giugno nel segno del nervosismo, a conferma che ‘chiamare il bottom’ potrebbe essere azzardato. Intanto dal 1 giugno è iniziato il Quantitative Tightening della Fed, vale a dire la cura dimagrante per ridurre la montagna di bond e altri asset acquistati arrivata a sfiorare i 9.000 miliardi di dollari, che si aggiunge al ciclo appena iniziato dei rialzi dei tassi. La tabella di marcia del FOMC prevede che si parta con 47,5 miliardi di dollari al mese per passare a 95 miliardi da settembre, quando il livello dei tassi dei Fed Fund potrebbe raddoppiare al 2% dall’attuale 1%. Intanto anche la Bce prepara la stretta, con il primo rialzo in arrivo a luglio, mentre si prepara anche a una cura dimagrante del bilancio, più articolata e complessa di quella americana perché riguarda anche il rientro delle TLTRO, le Targeted Longer-Term Refinancing Operations.
STRETTA FORSE GIÀ PREZZATA
Il mercato obbligazionario, sia in USA che in Europa, potrebbe però aver già prezzato e digerito il tutto, a differenza dell’azionario. Sul primo infatti il percorso è lineare cifrato abbastanza nel dettaglio dalle banche centrali, per cui l’unico rischio sembra che il mercato possa prezzare un’azione più aggressiva delle banche centrali di quanto poi potrebbe avverarsi. Sul secondo invece le incognite restano molte e fuori dal controllo delle autorità, come gli sviluppi della guerra e le pressioni politiche, in USA come ad esempio in Germania, per contrastare il caro prezzi, soprattutto energetici e alimentari. I rendimenti dei Treasury sembrano aver trovato un muro intorno al 3%, quelli dei Bund intorno all’1,25%, e perfino il BTP non va oltre il 3,4%. Rendimenti interessanti, che essendo saliti sensibilmente hanno spinto i prezzi al ribasso. Sul secondario il Treasury scambia appena sotto la parità, ma i decennali di Germania e Italia sono ben sotto, con un potenziale elevato di ritorno se i tassi dovessero fare marcia indietro…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.