Il maggior produttore di elettricità del Kenya, KenGen, ha chiesto ai miner di Bitcoin (CRYPTO:BTC) di acquistare la sua capacità di energia rinnovabile in eccesso.
L’azienda genera l’86% della sua energia da fonti rinnovabili, principalmente geotermica, da sacche di calore geotermico nella Great Rift Valley.
KenGen gestisce uno spazio nell’area di Olkaria, a sud del lago Naivasha (a 123 km dalla capitale Nairobi), vicino alla sua principale centrale geotermica; la società ha fatto intendere che il terreno potrebbe essere affittato ai miner di Bitcoin.
Tuttavia, nonostante l’offerta di creare strutture per il mining di criptovalute in Kenya, nessun miner di Bitcoin ha mostrato finora alcun interesse.
Attualmente KenGen sta funzionando ad una capacità di generazione massima di 863 megawatt dopo aver installato un’altra centrale geotermica ad aprile, secondo il quotidiano finanziario keniota Capital FM.
Un possibile vantaggio per i miner di Bitcoin è che KenGen può aumentare il loro livello di sostenibilità ambientale, che è stato oggetto di grande attenzione in tutto il mondo.
Il mining di BTC consuma 119,5 terawattora all’anno, più dei Paesi Bassi, secondo il Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index; soltanto 31 nazioni al mondo consumano più energia.
Il governo keniota potrebbe anche godere di maggiori entrate attraverso le commissioni dei miner e persino le tasse.
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