Nel primo semestre del 2022 i mercati azionari hanno attraversato un periodo difficile; tuttavia gli analisti di Wall Street sono fiduciosi in un miglioramento per il resto dell’anno.
Pesano i fattori macroeconomici e geopolitici
Nei primi sei mesi dell’anno l’indice S&P 500 ha perso il 18,2%, chiudendo il semestre a quota 3.785,38 punti; finora l’indice ha scambiato in un intervallo compreso tra 4.818,62 (4 gennaio) e 3.636,87 (17 giugno).
Gli investitori hanno iniziato l’anno in tono nervoso, a disagio per la possibilità che la Federal Reserve aumentasse i tassi di interesse allo scopo di contenere l’inflazione. A peggiorare le cose, alla fine di febbraio la Russia ha intrapreso una guerra con l’Ucraina; le tensioni geopolitiche hanno così spinto al rialzo i prezzi delle materie prime e dell’energia, alimentando ulteriormente la pressione inflazionistica.
La banca centrale statunitense non ha avuto altra scelta che aumentare i tassi sui Fed Funds di un quarto di punto percentuale a marzo, dopo averli mantenuti a livelli prossimi allo zero per quasi due anni dall’inizio della pandemia di COVID-19.
Da allora la Fed ha alzato i tassi di 50 punti base alla riunione di maggio e ha compiuto un aumento ancora più aggressivo di 75 punti base alla riunione di giugno; in virtù di questi aumenti, il tasso sui fondi federali è ora compreso tra l’1,5% e l’1,75%. Con l’inflazione che non mostra segni di raffreddamento, la banca centrale ha quindi segnalato che potrebbero seguire rialzi più aggressivi dei tassi.
Non tutti però approvano l’approccio aggressivo della Federal Reserve. Alcuni economisti e analisti hanno espresso preoccupazione per il fatto che tassi più elevati potrebbero soffocare la crescita economica e far presagire il rischio di una recessione prolungata.
Gli analisti si aspettano un’inversione
Le società di analisi di Wall Street prevedono che l’indice S&P 500 si riprenderà dai minimi, ma solo alcuni di loro sono dell’opinione che l’indice chiuderà l’anno in territorio positivo.
Gli utili per azione (EPS) dell’S&P 500 vengono calcolati aggregando le stime sugli EPS di tutte le società che lo compongono.
Il punto di vista di Benzinga
Il mercato potrebbe posizionarsi per un rimbalzo dopo due trimestri di sottoperformance. Ciò dipenderà prevalentemente dalla traiettoria dell’inflazione, che a sua volta determinerà la posizione di politica monetaria della Fed. Questa settimana si attendono i nuovi dati sull’inflazione; il Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti infatti mercoledì pubblicherà il report sull’inflazione dei prezzi al consumo per il mese di giugno.
Se la stagione dei report societari che inizierà la prossima settimana produrrà notizie positive, ciò potrebbe essere un ulteriore incentivo affinché gli investitori mantengano in portafoglio le proprie azioni.
L’SPDR S&P 500 ETF Trust (NYSE:SPY) ha chiuso la sessione di venerdì in calo dello 0,069% a 388,67 dollari. Dati di Benzinga Pro.
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