Gli esperti di J.P. Morgan AM preferiscono scommettere sull’appiattimento della curva in quanto gli operatori potrebbero continuare a nutrire scetticismo sulla portata dei rialzi della Fed nel breve termine
A questo punto non ci sono dubbi: l’inflazione non è un fenomeno transitorio e per tenerlo a bada le banche centrali saranno costrette a innalzare il costo del denaro ben oltre le aspettative dei mercati. I numeri parlano chiaro: a giugno l’Indice generale dei prezzi al consumo (IPC) negli Stati Uniti ha toccato il 9,1%, il maggior incremento dal 1981, mentre l’IPC core – che esclude i settori volatili dell’energia e dei prodotti alimentari – si è attestato al 5,9%, superando le aspettative di mercato (5,7%).
SEGNALI CRESCENTI DI OSTACOLI SULLA STRADA DELLA RIPRESA
La Federal Reserve statunitense ha già innalzato i tassi di 75 punti base (+0,75%) e dovrebbe continuare a farlo nelle prossime riunioni per tenere a freno il carovita. Una strategia che, tuttavia, comporta rischi sul versante della crescita che inizia a rallentare. Per esempio, il Goldman Sachs Financial Conditions Index (FCI), che utilizza i mercati finanziari per stimare la disponibilità di finanziamenti all’interno di un’economia, segnala crescenti ostacoli sulla strada della ripresa…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.