Venerdì mattina il petrolio era in calo a causa delle preoccupazioni sulla domanda, dell’aumento delle scorte e della probabilità che l’amministrazione Biden attinga nuovamente alle scorte di greggio nelle riserve di emergenza.
Mentre le banche centrali continuano ad attuare i loro aggressivi rialzi dei tassi di interesse, sono i timori per la domanda provenienti dalla Cina ad avere la precedenza sui mercati. Giovedì la Banca centrale europea ha implementato un aumento dei tassi di ben 75 punti base, mentre il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha affermato che la banca centrale statunitense è determinata a frenare l’inflazione.
Le scorte di petrolio USA
Le scorte di greggio statunitensi la scorsa settimana sono aumentate di 8,8 milioni di barili a causa del combinato disposto di maggiori importazioni e utilizzo delle riserve di emergenza governative, ha riferito Reuters citando l’Energy Information Administration.
Movimento dei prezzi
Al momento della pubblicazione, i futures sul WTI segnavano +1,72% a 84,98 dollari.
Lo United States Brent Oil Fund (NYSE:BNO) giovedì ha chiuso in aumento dello 0,87% e il Vanguard Energy Index Fund ETF (NYSE:VDE) ha guadagnato lo 0,59%.
Lo sfruttamento delle riserve strategiche
Nonostante la recente tendenza al ribasso dei prezzi, i funzionari statunitensi stanno valutando in che modo gestire un possibile aumento dei prezzi del petrolio verso la fine dell’anno. Tra le varie soluzioni, si pensa anche allo sfruttamento delle riserve strategiche di greggio.
Le autorità USA hanno messo in guardia da un aumento dei prezzi a dicembre, quando avranno effetto le sanzioni dell’Unione europea sulle forniture russe, a meno che non vengano prese altre misure, ha riferito Bloomberg.
Vuoi fare trading come un professionista? Prova GRATIS la Newsletter Premium 4 in 1 di Benzinga Italia con azioni, breakout, criptovalute e opzioni.